Corre veloce, Jannik Sinner. Ma non c’è solo lui a Wimbledon. Sono tanti, anzi tantissimi, gli argomenti toccati da Guido Monaco nell’ultima puntata a tema Wimbledon di TennisMania, sul canale YouTube di OA Sport e con la conduzione di Dario Puppo. Di seguito vari estratti delle sue parole.
Sulla partita del rivale numero uno del leader ATP: “Alcaraz male, molto male, al di là dei meriti di Tiafoe. Non è stato così lontano dalla sconfitta, poi chiaro che tra quasi perdere e quasi batterlo c’è una bella differenza. Poi al 5° lui dice che si esalta, vuole portare l’avversario allo sfinimento, gli piace quella situazione in cui si va al limite. Magari a volte potrebbe risparmiare qualche energia. Non tutti i giocatori sono uguali: alcuni appartengono a un certo modo di stare in campo, di approccio, di stare lì tutti i punti, essere molto affamati, altri non riescono ad avere quel tipo di attitudine, vedi Musetti, Fognini e altri che fanno più fatica. Ognuno ha il proprio livello. Alcuni possono permettersi di avere quel tipo di approccio perché quando giocano hanno le qualità per permetterselo. Però a forza di scherzare col fuoco rischi di bruciarti“.
Continua a tenere banco il tema del rapporto di Alcaraz con Juan Carlos Ferrero: “Il tema dell’indipendenza sul campo è molto interessante e trattato. Vai da solo a fare questo torneo, arrangiati e via dicendo. Questo si fa quando si fa la gavetta. La scuola spagnola e sudamericana nasce con un rapporto coach-giocatore di questo tipo. Alcaraz non è l’eccezione. Loro pilotano molto di più delle altre scuole gli altri giocatori. Nadal? Anche lui un po’. In tornei meno importanti l’idea di non avere una guida da fuori potrebbe anche essere salutare, deve fare quella maturazione. Puoi dettare il punto quando serve, ma quando si risponde si può incidere su stare avanti e indietro. Partito lo scambio ti affidi anche alle tue scelte e sensazioni. Sono certo che Ferrero tante volte non è d’accordo con le scelte di Alcaraz, ma a uno così non puoi non lasciare spazio“.
Inevitabile tornare su un Sinner dominante contro Kecmanovic: “A me rimane negli occhi la performance di Sinner, non normale. Ha fatto sembrare uno dei più potenti e puliti colpitori del circuito un forte seconda categoria che faceva da sparring partner. Kecmanovic nel secondo set, con le sue difficoltà, ha giocato a livelli straordinari ed è riuscito a giocare vincenti, accelerazioni, a stare al ritmo di Jannik. Che però sembrava giocasse con le palle depressurizzate. A tutto braccio, tutto dentro. Vero, Kecmanovic fa un gioco simile al suo, però non sbagliava mai. Sembrava giocasse con un margine. Il serbo per stargli dietro 8-9 game ha dovuto giocare a un livello altissimo. Ieri è sembrato poco più che normale, ma colpisce la palla ed è nei primi 10 per pulizia, intensità di scambio, velocità della palla. Questo ragazzo è numero 1 del mondo da tre settimane. Credo che abbia acquisito ulteriore sicurezza e consapevolezza di sé. La seconda palla! Non ci puoi giocare sulla sua“.
E ancora: “Anche Kecmanovic, per provare a cambiare inerzia alla partita, serviva e veniva dentro al campo, ma tante volte non è riuscito a tirare il passante perché Sinner non gli dava il tempo. Questi grandi campioni imparano molto in fretta, con tempi molto diversi dagli altri. Il gioco di volo di Sinner, che fino a poco fa era abbastanza grezzo, inizia a diventare anche dal punto di vista della tecnica molto interessante, gioca delle volée da erba. Un po’ di più si può provare, ora che gioca così bene avanti, anche qualche serve&volley in più. Jannik alla prima a Wimbledon era totalmente a disagio. Poi è stata un’altra cosa, poi un’altra ancora e quest’anno vedete. Se Cahill segue un giocatore o una giocatrice, ci vede delle cose speciali. Altrimenti sta in Australia“.
Piccola riflessione sul numero 1 russo: “Medvedev? Non vince i tornei, ma i risultati sono rimasti di altissimo livello. Non dimentichiamo che aveva quasi vinto gli Australian Open… La prima vittoria di Sinner con Medvedev segna definitivamente la sua esplosione. La vittoria di Pechino, anche per come venne, gli ha dato una consapevolezza che l’ha portato a fare un percorso pazzesco che continua“.
Inevitabile parlare di Jasmine Paolini, che continua a volare e con risultati sonanti quando conta davvero: “Ha stra-dominato. Sta riuscendo a fare tutti gli ottavi Slam nello stesso anno, mancano solo gli US Open. La qualificazione alle Finals, se non fa un finale di stagione devastante al contrario, è cosa fatta. Paolini-Keys e Navarro-Gauff sono due belle partite con favorite d’obbligo. Negli ultimi anni la Keys sta meglio. Pensi veramente possa tornare a competere per gli Slam e questo è uno di quei momenti. Ieri ha battuto Marta Kostyuk, che non aveva impressionato più di tanto. Paolini nel finale di partita ha letteralmente preso a pallinate Bianca Andreescu, le ha nascosto la palla. Jasmine va in campo super serena, Keys non è un mostro di continuità. Se gioca, la sua potenza tende ancora a prevalere su Paolini“.
Riflessione molto più ampia su Fognini, a partire dalle sue dichiarazioni più recenti: “Ogni tanto ci sta che qualcuno possa togliersi dei sassolini dalle scarpe. A proposito, so che Fabio vive molto male, e con delle ragioni, che da quando sono arrivati prima Berrettini e poi Sinner quello che ha fatto lui sia stato completamente cancellato dalla memoria di tutti. Capisco perfettamente il suo stato d’animo. Che il tennis italiano non esistesse è una campagna che facevano giornalisti per vent’anni. Questa cosa dava fastidio agli appassionati di tennis: il 15°-18°-20° del mondo sembrava un poverino che non vinceva gli Slam, uno scappato di casa, quando non lo era! La coppia Clerici-Tommasi non era apprezzata agli addetti ai lavori! Non puoi parlare di un 15-20 del mondo come fosse un poverino. E l’hanno fatto ripetutamente. Siccome sono stati gli unici a commentare il tennis per vent’anni, hanno creato, e in questo la Federazione ha ragione, un clima e una fama del tennis italiano maschile pessima. In mezzo una finale e semifinali di Davis, giocatori come Sanguinetti, Volandri, Starace, Camporese, Furlan, Gaudenzi. Top 20. Vedi Cecchinato: per i suoi trascorsi extra campo non facevo i salti di gioia per la sua semifinale a Parigi, ma ha indubbiamente fatto un’impresa che ha aperto la strada, per mentalità, a quelli che sono arrivati dopo. Tutti hanno messo un mattoncino, Fognini più di uno. Ed è ancora lì a giocarsi gli ottavi“.