Applausi e ancora applausi. Un’ovazione per Matteo Berrettini, uscito dal campo perdente nella sfida tutta tricolore contro Jannik Sinner. Un match di una bellezza folgorante, nel Tempio del tennis, che rimarrà nel cuore e nel cervello di tutto. È di queste partite di cui aveva bisogno il romano per capire a che punto sia, con l’augurio che la condizione lo sostenga sempre.
Peccato sia stato solo un secondo turno a Wimbledon, ma il livello di gioco espresso da entrambi era da semifinale o Finale Slam. “Questa partita la dice lunga su come giocare sull’erba e questo torneo sia speciali per me. L’anno scorso contro Carlos ero sopra di un set e ho avuto la chance break all’inizio del secondo, contro Novak nel 2021 è stata una partita tirata. La cosa più bella, parlandone anche con il mio tecnico Francisco Roig, è che c’è tanto ancora da fare e che posso migliorare. Ci sono margini e questo mi dà moltissimo stimolo per i prossimi eventi“, ha dichiarato in conferenza stampa Matteo.
Parlando di prossimi impegni, Berrettini ha chiarito cosa farà: “Forse un viaggio a Medjugorje (ride, ndr). Come ho già detto alcune settimane fa, sto lavorando come non mai e sono attento a tutti i dettagli. Ci sto mettendo veramente tutto quello che ho perché ho voglia di giocare e fare partite come quella contro Jannik. Ora già penso al fatto che giocherò a Gstaad e poi a Kitzbühel. Io non ho fatto questo nell’ultimo anno e mezzo, perché ho giocato troppo poco ed è quello l’unico modo per ritrovare fiducia e ritmo partita. Il fatto di fermarsi e ripartire, per lo sport che facciamo, è difficilissimo anche perché 200 servizi in allenamento non saranno mai come in partita. Mi serve solo giocare tornei e match, penso di aver dimostrato che il livello c’è”.
Sulle sensazioni provate nella sfida contro Sinner: “È stato divertente ed emozionante. A un certo punto mi sono venuti i brividi per il livello che sia io che lui stavamo esprimendo e la reazione del pubblico. È una sensazione bellissima, se penso a quei momenti quando ero fuori e non riuscivo neanche a guardare i risultati delle partite di tennis. Mi sentivo fiero di aver sfidato in questo modo il n.1 del mondo, un giocatore che ha perso pochissime partite quest’anno, sul Centrale di Wimbledon con milioni di italiani che ci seguivano. Non so, ho sentito anche il peso della storia di questo incontro. Ci sarei voluto arrivare in condizioni migliori, ma sono orgoglioso di quello ho fatto ed è uno di quei match che tra 20 anni ricorderò con il sorriso”.
Facendo un confronto con la sua versione del 2021 e su cosa si sia detto con Jannik a fine match, Berrettini ha rivelato: “Rispetto al 2021 credo di essere migliorato in alcuni aspetti, per esempio in risposta e nel serve&volley. La differenza sta nell’abitudine a giocare una partita del genere, con questa intensità perché a un certo punto sentivo che non c’era neanche un momento per respirare. Sono riuscito a tenere botta, ma il fatto di aver perso il servizio subito dopo il break era il segnale che non potevo mai abbassare la guardia. Poi, certo, ho perso il turno in battuta nel 4° set con quattro prime e due ace, ma sono cose che contro Sinner possono accadere. A rete ci siamo fatti i complimenti e gli ho detto di andarsi a prendere questo Wimbledon”.
In chiusura un pensiero sul n.1 del mondo: “Mi aspettavo fosse solido, ma mi ha sorpreso per quanto è migliorato. Si è sempre mosso molto bene, ha sempre risposto alla grande ma è molto migliorato dal punto di vista del tocco, della capacità di leggere i momenti, giocando con un po’ più di rotazione“.
Dichiarazioni da Vanni Gibertini