Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha aperto la settimana sociale dei cattolici a Trieste lanciando un vero e proprio monito sulla questione dei diritti che sono già presenti nella Costituzione e che non hanno bisogno di un aggiornamento continuo legato alle contingenze. Un richiamo che potrebbe rimandare a quanti, da sinistra, invocano l’imitazione dell’esempio francese e dell’introduzione nella Carta del diritto all’aborto.
Il presidente della Repubblica ha detto che, “Nella distinzione tra prima e seconda parte della nostra Costituzione, il messaggio fu limpido: sbagliato e rischioso cedere alla sensibilità contingente, sulla spinta delle tentazioni quotidiane della contesa politica. Come rischia di avvenire con la frequente tentazione di inserire richiami a temi particolari nella prima parte della Costituzione, ignorando che questa, per effetto della saggezza dei suoi estensori, regola comunque tutti i suoi principi e valori di fondo”. Parole che, pronunciate in un contesto specifico, sembrano proprio richiamare la questione dell’aborto e di altri diritti soggettivi già presenti nel nostro ordinamento ma che la sinistra vorrebbe elevare a rango costituzionale .
Mattarella ha aggiunto che, “La Costituzione seppe dare un senso e uno spessore nuovo all’unità del Paese e, per i cattolici, l’adesione ad essa ha coinciso con un impegno a rafforzare, e mai indebolire l’unità e la coesione degli italiani. Spirito prezioso, come ha ricordato di recente il Cardinale Zuppi, perché la condivisione attorno ai valori supremi della libertà e della democrazia è il collante, irrinunciabile, della nostra comunità nazionale”.
Il Capo dello Stato ha continuato soffermandosi sul concetto di guerra: “Pio XII, nel messaggio natalizio del 1944, era stato ricco di indicazioni importanti e feconde. Permettetemi di soffermarmi su quel testo per richiamare l’indicazione che, al legame tra libertà e democrazia, unisce il tema della democrazia a quello della pace. Perché la guerra soffoca, può soffocare, la democrazia”.
Mattarella ha parlato del sistema liberale come unica via di parità: “La libertà di tradizione liberale ci richiama a un’area intangibile dei diritti fondamentali delle persone, e sulla indisponibilità di questi rispetto al contingente succedersi di maggioranze e, ancor più, a effimeri esercizi di aggregazione degli interessi. La libertà espressa nelle vicende novecentesche, con l’irruzione della questione sociale, ha messo poi a fuoco la dinamica delle aspettative e dei bisogni delle identità collettive nella società in permanente trasformazione”.
“Don Lorenzo Milani-ha proseguito il presidente della Repubblica- esortava a osare la parola, perché solo la lingua fa eguali. A essere alfabeti nella società. La Repubblica ha saputo percorrere molta strada, ma il compito di far sì che tutti prendano parte alla vita della sua società e delle sue istituzioni non si esaurisce mai. Ogni generazione, ogni epoca, è attesa alla prova della alfabetizzazione, dell’inveramento della vita della democrazia. Prova, oggi, più complessa che mai, nella società tecnologica contemporanea”.
“La coscienza dei limiti è un fattore imprescindibile di leale e irrinunziabile vitalità democratica” ha poi aggiunto Mattarella, sottolineando che, “La democrazia non si esaurisce nelle sue norme di funzionamento, ferma restando l’imprescindibilità della definizione e del rispetto delle regole del gioco”.
L'articolo Mattarella ai cattolici: “Diritti già sanciti dalla Costituzione, sbagliato cedere alla logica della contingenza” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.