“Puoi sbagliare la moglie ma non il portiere e l’attaccante”. Questa storica citazione di Pantaleo Corvino, divenuta ormai celeberrima, oltre a essere largamente condivisibile, è rapportabile alla situazione attuale dell’Empoli. Perché la squadra azzurra, dopo aver portato a termine un’altra miracolosa salvezza, deve essere ricostruita quasi completamente. I tanti addii fanno parte del gioco, dell’essere Empoli. Ogni anno la dirigenza è costretta a tirare fuori qualche coniglio dal cilindro per poter competere. La storia ci ha dimostrato che talvolta questo esercizio è riuscito, talvolta è sorta qualche difficoltà. Fermo restando che l’Empoli non possiede risorse economiche di rilievo e che quindi deve farsi venire qualche brillante idea, la pianificazione sarà fondamentale. La dirigenza, nella persona del nuovo direttore sportivo Gemmi, dovrà essere brava a individuare gli elementi giusti da consegnare a D’Aversa. L’errore più grave sarebbe quello di acquistare giocatori in ruoli già coperti o che non siano funzionali al gioco del neo allenatore.
In questo momento l’Empoli deve costruire la sua intelaiatura, il suo scheletro. La scelta del portiere non è affatto banale: che sia un numero uno di esperienza o un giovane di prospettiva, la scelta deve ricadere su un giocatore di qualità. Sarà difficile – per non dire impossibile – trovare un nuovo Vicario, ma la dirigenza deve essere consapevole che dal portiere dipendono le fortune di una squadra pericolante come la nostra. Stesso discorso per la questione-attaccante. Da questo punto di vista arriviamo da due annate a dir poco disastrose, l’attacco è stato il vero punto debole dell’Empoli. Ma se nella stagione di Zanetti la squadra riusciva comunque a segnare con le seconde punte (vedi Cambiaghi), in quella appena trascorsa i numeri sono stati a dir poco impietosi. L’attacco va rifondato, perché Caputo e Shpendi non possono bastare per salvarsi in Serie A.
Il primo mattoncino per la ricostruzione deve riguardare portiere e attacco, su questo non ci piove. Al di là dei nomi che ogni giorno vengono accostati agli azzurri, servono idee chiare e programmazione mirata. L’ossatura della squadra non può assolutamente essere sbagliata.
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