125 Ferrari, in un’elegante scia di colori dal rosso, al giallo, al nero, faranno il loro ingresso il 4 luglio in città dalle 9.30 con una lunga sosta sul Liston e una pausa a Palazzo Moroni dove i proprietari e guidatori saranno accolti dal sindaco Sergio Giordani, dalla Polizia municipale in alta uniforme e dalla banda di Selvazzano.
Poi di nuovo in corsa per le strade della terra del Santo, prima di concludere il tragitto con un pranzo a Villa Molin, il capolavoro dell’architetto Scamozzi.
125 Ferrari come gli anni che, nel 2024, celebra l’Aci di Padova (l’Automobile Club d’Italia), presieduto da Nicola Borotto, grazie al quale è stato possibile ospitare l’evento internazionale “Ferrari Cavalcade 2024” una kermesse dedicata dalla scuderia di Maranello ai più importanti clienti, provenienti da tutto il mondo, chiamati a scoprire l’Italia e le sue eccellenze alla guida delle proprie vetture.
Presidente Borotto, perché “Ferrari Cavalcade” ha scelto di fare tappa a Padova?
«Per due motivi. Il primo: la scuderia di Maranello con l’organizzatore Canossa Event aveva deciso di organizzare l’evento in Veneto. Inizialmente la provincia di Padova non era prevista, salvo poi inserirla perché è stata notata la bellezza di Padova Urbs Picta e del territorio. Il secondo: si sono voluti onorare i 125 anni di Aci Padova che nasce come Unione Automobilistica Veneta il 16 gennaio 1899, fondata da un gruppo di 17 amici, innamorati delle auto. Insieme decisero di eleggere presidente la contessa veneziana, con villa a Este, Elisabetta Albrizzi, chiamata Elsa, che vincerà le prime sette gare di velocità al mondo con le macchine di Enrico Bernardi in un rettilineo sterrato di 17 chilometri, tra Padova e Bovolenta, a una velocità media di 25 km orari. La contessa era amica del grande Enrico Bernardi, inventore del primo Automobile Club di cui fu vicepresidente. E, soprattutto, ideatore e costruttore del primo motore a scoppio al mondo nel 1883, chiamato “Pia” in onore della figlia, nonché della prima auto italiana, nel 1893 che è la seconda al mondo. E, infine, fondatore della prima fabbrica di automobili al mondo nata qui a Padova nell’area dell’attuale primo padiglione della Fiera, creata assieme ai suoi due assistenti e amici, il conte Scroffa Miari Decumani di Sant’Elena d’Este e il conte Giusti del Giardino».
Un grande personaggio Enrico Bernardi che diede molto a Padova.
«Era un genio, un matematico. È stato l’inventore del primo Istituto di macchine al mondo che diventò la facoltà di Ingegneria meccanica a Padova. Era veronese di nascita e padovano d’adozione visto che, per 40 anni, fu professore nell’università della città. Il primo brevetto al mondo di un’auto era stato depositato qualche mese prima da Daimler, il secondo da Bernardi. Il primo, però, era un motore applicato a un calesse, la vetturetta di Bernardi aveva il cambio con le marce, tre in avanti e la retromarcia, la frizione con l’impianto di trasmissione, di raffreddamento e di lubrificazione. Come le macchine attuali».
E poi la fabbrica di auto a Padova fu scippata dalla Fiat?
«Non proprio. Il senatore Giovanni Agnelli viene a Padova: la sua idea era creare e costruire la Fiap, Fabbrica italiana automobili Padova. Siamo intorno al 1907 e non si trova l’accordo con i soci della fabbrica di Bernardi che, in 15-20 anni di attività, costruì circa 50 vetturette, così chiamate, a tre ruote e a quattro ruote: ne sono rimaste “vive” quattro al mondo, di cui l’unica funzionante, è quella lasciata in eredità alla facoltà di Ingegneria. Il sindaco dell’epoca spiega che c’era l’idea di costruire la Fiera che nascerà proprio sulle ceneri di quella che era la fabbrica di Bernardi. A quel punto l’ingegnere prende i suoi brevetti e diventa uno degli artefici della catena di montaggio alla Fiat. Muore a Torino nel 1919: in base alle mie ricerche, la salma viene trasferita a Padova dai figli Pia e Lauro che muoiono prima della fine della seconda guerra mondiale. Così nessuno paga più al Comune gli oneri di tumulazione e l’ingegnere Bernardi finisce nella fossa comune. È stato un uomo dimenticato».
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Grazie all’Aci, con “Ferrari cavalcade” una manifestazione internazionale arriva in città.
«Enzo Ferrari era molto legato al mondo Aci come il figlio, l’ingegnere Pietro Ferrari, che potrebbe essere presente domani. Ringrazio il sindaco Giordani che si è messo a disposizione per accogliere queste meravigliose macchine e gli imprenditori stranieri proprietari – giapponesi, australiani, cinesi e americani – che potranno conoscere da vicino la nostra città. Quello che sosterà a Padova non è un mondo sportivo ma un interessante mondo imprenditoriale