Diciannove persone, tutti di etnia Rom, davanti al giudice delle udienze preliminari, in gran parte per aver percepito il reddito di cittadinanza senza averne diritto. È quanto è emerso ieri in un’aula del tribunale di Treviso.
Tra loro, c’è il commerciante d’auto che s’era dimenticato di dichiarare la compravendita di 67 veicoli nel periodo tra l’agosto 2018 e l’ottobre 2021, c’è chi ha allargato il proprio nucleo famigliare includendo parenti che in realtà vivevano a Roma o in Olanda, e c’è chi ha, semplicemente, sottoscritto di essere disoccupato quando in realtà svolgeva un’attività in proprio.
Il tutto, secondo il sostituto procuratore Giulio Caprarola, per ricevere indebitamente il reddito di cittadinanza.
Una vicenda culminata nel novembre del 2022 con un blitz della polizia in alcune abitazioni di nomadi a San Lazzaro e a San Zeno. Con un mandato della procura della Repubblica di Treviso, gli agenti della questura perquisirono le case di alcune note famiglie rom. Una ventina gli indagati, tredici dei quali proprio per aver trasgredito il decreto Legge del 28 gennaio 2019 che punisce chi afferma il falso “al fine di ottenere indebitamente il beneficio del reddito di cittadinanza”.
Altri nomadi sono poi finiti sotto inchiesta per il reato di false attestazioni rese a pubblico ufficiale per aver dichiarato, durante dei controlli di polizia, dati falsi riguardanti la propria residenza. A tutti i percettori del reddito di cittadinanza, durante la perquisizione, erano state sequestrate le carte di accreditamento del reddito di cittadinanza.
Quattro degli indagati vivevano all’epoca in case popolari del Comune, altri due, invece, nel 2010, erano stati arrestati dopo aver tentato di rubare nella casa di un’anziana di Cison di Valmarino mentre era a messa. Ad allertare le forze dell’ordine la telefonata di un vicino di casa che li aveva visti forzare la porta d’ingresso.
Il caso è approdato, dunque, ieri mattina, davanti al giudice delle udienze preliminari Carlo Colombo. Si doveva decidere le sorti processuali dei 19 imputati. Ma l’udienza è slittata al prossimo dicembre per un paio di difetti di notifica, oltre che per il legittimo impedimento del legale di uno degli imputati.
Gli inquirenti contestano per esempio ad una nomade di 32 anni di aver presentato una dichiarazione sostitutiva unica, nel luglio del 2019, in cui attestava, contrariamente al vero, che il proprio nucleo familiare era composto solo da lei e dal compagno 30enne, mentre in realtà era formato da altre cinque persone, permettendo così a quest’ultimo di presentare la domanda per ottenere il reddito di cittadinanza.
Un altro esempio? C’è un commerciante d’auto di 38 anni che ha percepito il reddito di cittadinanza nonostante tra il 2018 e il 2021 avesse compravenduto 67 autoveicoli. Coinvolti altri due commercianti di veicoli, un 44enne e un 26enne, che si dichiaravano nullatenenti e disoccupati, ma dalle attività investigative era emerso che, tra il gennaio 2018 e il dicembre 2021, avevano compravenduto 159 veicoli.
Inoltre, per percepire il reddito avevano pianificato una serie di residenze fittizie per aggirare il sistema di controllo informatizzato dell’Inps. E c’è infine una 55enne che aveva attestato quali familiari conviventi la figlia e due nipoti che invece abitavano altrove e inoltre aveva pianificato con il figlio di 24 anni un fittizio cambio di residenza per fargli ottenere il reddito di cittadinanza.
Dido Georgevic, 38 anni di Treviso, Giulio Georgevic, 60 anni di Treviso, Sonia Levacovic, 62 anni di Treviso, Luisa Modest, 40 anni di Treviso, Rudy Georgevic, 40 anni di Treviso, Giordan Georgevic, 30 anni di Treviso, Esmeralda Petrov, 32 anni di Treviso, Georgevic Devid, 44 anni di Treviso, Gyongyi Petrovics, 46 anni di Treviso, Clarissa Georgevic, 24 anni di Treviso, Giulio Georgevic, 26 anni di Treviso, Letizia Levacovic, 23 anni di Treviso, Annamaria Levacovic, 55 anni di Treviso, Leonard Georgevich, 24 anni di Treviso, Kendi Petrow, 40 anni di Roma, Charlie Georgevich, 34 anni di Treviso, Smeralda Gurgevic, 34 anni di Treviso, Alessandro Georgevic, 54 anni di Treviso, e Ljubica Djurdjevic, 39 anni di Preganziol (difesi dagli avvocati Andrea Zambon, Jacopo Stefani, Anna Baggio, Francesco Murgia).