«Chiara, stiamo per arrivare». A scandire la promessa è Luca Baggio, fratello di Davide, il 56enne di Cittadella morto sabato scorso in un tragico incidente stradale mentre si trovava in vacanza in Egitto con la moglie Chiara Tombolato. La tragedia si è consumata a Hurghada, una località balneare, la coppia era in viaggio verso Luxor. Davide Baggio – responsabile delle risorse umane alla Orv di Carmignano e anima della Maratonina di Cittadella – è morto sul colpo.
«Siamo tutti scossi, ma adesso concentrati per organizzarci e andare da Chiara», sottolinea Luca, che mantiene i rapporti con il console, il team assicurativo e l’ambasciata. I tempi: «Stiamo sbrigando le pratiche per il rimpatrio della salma che, in termini ragionevoli, dovrebbe arrivare in Italia tra una decina di giorni. Il consolato ci sta seguendo, le comunicazioni sono ottime e il nullaosta è in corso di rilascio».
Rimane da chiarire la dinamica dello schianto fatale: «Per quanto riguarda il sinistro, ancora non si sa nulla», osserva il fratello della vittima, che invita alla prudenza: «Abbiamo fatto delle ipotesi, ma di ufficiale non ci è ancora stato detto nulla e c’è il massimo riserbo. Non vogliamo che trapeli alcuna notizia: c’è un’indagine locale in corso e stiamo attendendo che ci dicano qualcosa».
Per adesso la priorità è una e una sola: «Ci vogliamo solo concentrare su Chiara e capire bene la sua situazione. Siamo in contatto con il console e la commissione medica che sta valutando il caso». La 55enne si trova ricoverata all’ospedale di El Gouna, sedata e politraumatizzata. La sua situazione è seria e necessita di un monitoraggio costante, ma non è in pericolo di vita. La Tac ha escluso complicazioni.
I bagagli sono pronti: «Mi sto organizzando, assieme a mio nipote Marco e ad un amico di famiglia, per andare a Hurghada tra giovedì e venerdì. L’ospedale è di livello, privato e con ottime referenze. Andremo da Chiara, a darle sostegno, perché questa è l’urgenza». In tanti volevano bene a Davide, un uomo generoso, disponibile, che curava il dettaglio, dedito al lavoro e alle attività associative: «Siamo stati travolti da un’ondata di affetto inaspettata.
Affetto che, per certi versi, mi dà la forza di tenere unite le tessere e di andare quanto prima a Hurghada. I nostri sforzi sono per Chiara, per portarle il figlio e farle sentire una voce amica». Un passo dopo l’altro: «Dobbiamo essere forti e reagire, risolvendo un problema alla volta, con lucidità. Con l’aiuto degli amici stretti di Davide e Chiara sto cercando di tenere unite tutte le informazioni che ricevo». Nel dolore, la gratitudine: «Come famiglia vogliamo ringraziare tutti quelli che stanno dimostrando tanto affetto e disponibilità nei nostri confronti», conclude il fratello.