“È stato un signor viaggio. Mi sono trovato in situazioni difficili. Ho fatto quattro partite di grandissima qualità”
Mattia Bellucci accenna ai microfoni i punti salienti di questi giorni favolosi a Wimbledon, percorso che purtroppo si è concluso dopo una battaglia in cinque set contro Ben Shelton. Motivatissimo l’atleta azzurro per l’avvenire, consapevole dei miglioramenti già fatti e degli angoli ancora da smussare.
D. Raccontaci l’esperienza dalle qualificazioni sino a Shelton. Hai dormito stanotte, dopo l’interruzione della partita di ieri?
Mattia Bellucci: “Sicuramente il viaggio dalle qualificazioni è stato importante, si arrivava con aspettative importanti dopo la qualificazione al Roland Garros anche perché so che sull’erba posso fare bene, e avevo fatto alcuni tornei di preparazione; dunque, mi sentivo più preparato di altri. È stato un signor viaggio, mi sono trovato in situazioni difficili, particolarmente nuove rispetto alle quali sono abituato. Di solito mi toglievo dalle difficoltà col servizio, ma questa settimana le cose sono state diverse, perché non ho servito come ho fatto altre volte, eppure ho battuto Goffin che ha fatto grandi risultati a Wimbledon. Quattro partite di grandissima qualità”.
“L’interruzione di ieri mi andava anche bene, perché ci si fermava 2-1 sopra, anche se ero consapevole di star giocando particolarmente bene, ero entrato in una sincronia che non raggiungevo da tempo. Dunque, da una parte mi dicevo che fermarmi non fosse così conveniente però d’altra parte non si vedeva nulla e si tornava a casa due set ad uno avanti, ero contento. Ripartenza così così da parte mia, un break dove potevo fare molto meglio, che ha mentalmente favorito lui. Non sono riuscito a ritrovare la sincronia e l’armonia che avevo nel terzo set ieri, che è stato davvero di buon livello”.
“Nell’ultimo game mi sono reso conto che lui fosse abbastanza teso. Sul 30 pari non mi aspettavo mi servisse una seconda ad uscire, perché aveva sbagliato la prima di diversi metri, non credevo la usasse in una situazione del genere, è andato particolarmente aggressivo come negli ultimi due set. Io oggi un po’ passivo. Sono consapevole del viaggio che sto portando avanti, sto lavorando con degli strumenti nuovi e con un mental coach che mi sta dando una mano importante. C’è tanto rammarico oggi, più di altre volte”.
D. Che cosa manca, secondo te, per fare uno scatto in avanti?
Mattia Bellucci: “Fino a un mesetto fa mi mancava la “cazzimma” di quando giocavo tornei features, o quando si competeva a livello open. Quando mi sono ritrovato a competere tutte le settimane nel circuito Challenger, col rischio di perdere tutte le settimane al primo turno, ho un po’ perso quella verve che mi contraddistingueva. A livello tecnico c’erano le lacune; il dritto era un punto debole su cui tantissimi facevano riferimento quando giocavano contro di me. Non so dire cosa mi aspetti, sicuramente ora sto mettendo in fila delle cose che mi stanno dando una mano. Mi rendo conto che, quando scendo dalla parte del dritto scendo anche dalla parte del rovescio, quindi il dritto non è più il punto debole, anzi, quando gioco bene, gioco meglio di dritto. Cosa manca? Abitudine a giocare queste partite. Quando ho l’opportunità di giocarle, mi dà qualcosa in più”:
D. Quanto ti piace dare spettacolo? Il tuo tweener vincente è andato virale…
Mattia Bellucci: “Mi piace tanto. Oggi ho apprezzato che una volta entrati in campo tutti fossero per Shelton. Però da metà terzo set anche per Bellucci. È stata una cosa che mi ha fatto piacere. Ero consapevolissimo del giocatore che avessi davanti, un 14 del mondo che sta portando una qualità con un carattere di un certo tipo; quindi, non voglio farmi mettere i piedi in testa”.
D. Come vai avanti dopo questo torneo? Progetti o cambiamenti?
Mattia Bellucci: “Cambiamenti pochi. Sono felicissimo, da tre anni a questa parte, di essere seguito dalle persone che mi stanno accanto. Cambiamenti in quanto a team, proprio no. Mi aspetta una trasferta americana ATP, dove tornerò più attento e presente, quindi sono particolarmente contento”.
D. In casa tua giocava qualcuno?
Mattia Bellucci: “Mio papà è maestro di tennis e mi ha seguito fino a tre anni fa. Mia madre di tennis neanche l’ombra”.
