Nato come convento, diventato distretto militare e in futuro spazio polivalente a destinazione socio-culturale. Un luogo ricco di fascino che ieri ha richiamato 400 persone, disposte a stare in fila anche 20 minuti, per scoprirne storia e segreti.
Un’apertura straordinaria, quella dell’ex Distretto militare, già convento di Sant’Antonio abate, che ha portato «un successo inaspettato nell’apertura straordinaria del “luogo del cuore” scelto dal Fai nel 2020».
Paola Comuzzi, Dino Pegolo, Annamaria Mereu e altri volontari del Fondo ambiente italiano hanno accompagnato i partecipanti nelle visite guidate ridando vita e voce ai muri sbrecciati, ai tetti crollati e al fascino senza tempo del chiostro, che nell’arco di quattro secoli ha visto prima le monache e poi i militari.
Tutti entusiasti, compreso il primo cittadino Carlo Spagnol, in sopralluogo al chiostro. «L’intervento di rigenerazione e recupero architettonico – ha detto – è assicurato da fondi di oltre 7,6 milioni di euro del Pnrr».
Da anni chiuso e abbandonato a causa del pericolo di crollo, l’ex Distretto è stato al centro della campagna 2020 dei “luoghi del cuore Fai”: i volontari Comuzzi e Pegolo hanno riacceso i riflettori sul grande complesso di circa 4 mila metri quadrati.
Nel censimento 2020 l’ex Distretto ha incassato 3.214 voti che hanno dato la spinta per riprendere il progetto di recupero risalente a circa 20 anni fa. Il cantiere con il primo intervento di demolizione delle vecchie stalle in vicolo dal Fabbro e la riqualificazione della facciata e chiostro dovrebbe vedere la luce entro il 2024.
Il convento risale al 1668 e ospitava le monache di regola domenicana. Fu soppresso da Napoleone nel 1805, dal 1808 ebbe una nuova destinazione militare.
Dal 1907 polo logistico in Friuli Occidentale, fino alla dismissione di circa trenta anni fa. Il suo futuro è di un grande spazio polivalente socio-culturale.