Scossone politico in Francia. Il primo turno delle elezioni legislative è stato nettamente vinto dal Rassemblement National di Jordan Bardella, che, secondo Le Figaro, ha ottenuto il 34% dei voti: circa 16 punti in più rispetto al 2022. Il secondo posto è invece andato al Nouveau Front Populaire di Jean-Luc Mélenchon: formazione di estrema sinistra, attestatasi al 29%. Pessimo risultato invece per lo schieramento di Emmanuel Macron, Ensemble, arrivato terzo con il 22%. Una vera e propria debacle per il presidente francese che, oltre ad aver perso circa due milioni di voti alle presidenziali di due anni fa, era stato anche duramente sconfitto alle elezioni europee di inizio giugno. Senza trascurare che, alle legislative del 2022, Ensemble si era piazzato al primo posto.
Una sconfitta ancora più netta visto l'altissimo dato dell'affluenza. Macron aveva chiamato i francesi al voto nella speranza di far suo il consenso degli astenuti. Si sbagliava.
Davanti al successo del Rassemblement National, sta adesso scattando il solito meccanismo: quello della santa alleanza. “Dinanzi al Rassemblement National, è arrivato il momento di un'ampia unione chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno”, ha dichiarato Macron. Mélenchon, dal canto suo, ha di fatto annunciato un patto di desistenza con il partito del presidente francese in vista dei ballottaggi di domenica prossima. “La nostra consegna è chiara: neppure un voto, neppure un seggio in più per il Rassemblement National”, ha affermato. La domanda a questo punto è: siamo sicuri che la consueta strategia del cordone sanitario funzionerà anche stavolta?
Va sottolineato non solo il risultato storico del Rassemblement National, ma anche l’altissima affluenza che si è registrata, attestandosi al 60% (il dato del primo turno del 2022 era invece inferiore al 48%). Inoltre, Bardella sembra voler ritorcere contro gli avversari la loro stessa strategia. Il possibile futuro premier ha infatti puntato subito il dito contro il pericolo incarnato dall’estrema sinistra: un elemento, questo, che potrebbe far breccia anche tra elettori non troppo vicini al Rassemblement National. Pensiamo soltanto ai gollisti, che hanno raccolto il 10%. Senza poi trascurare che anche tra i sostenitori di Macron non ci sono grandi estimatori di Mélenchon. Tra l’altro, non è detto che tutti gli elettori dello stesso Mélenchon apprezzeranno l’accordo di desistenza di fatto stretto con l’inquilino dell’Eliseo. Non è quindi automatico che stavolta la santa alleanza funzioni. Una strategia che, se dovesse fallire, potrebbe addirittura portare Macron a considerare seriamente l’ipotesi delle dimissioni.
Di sicuro l'azzardo dello scioglimento dell'Assemblea Nazionale post sconfitta europea si è dimostrato errato, anzi, forse addirittura mortale per il Presidente Macron.