La Nazionale italiana di calcio esce con le ossa rotte dagli Europei 2024, dopo la brutta figura di ieri nell’ottavo di finale contro la Svizzera perso per 2-0 con una prestazione deprimente. Gli Azzurri abdicano dunque a testa bassa dopo il titolo continentale conquistato tre anni fa a Wembley, confermandosi lontani dall’elite europea ed internazionale come testimoniano le due mancate qualificazioni consecutive ai Mondiali.
“Ci sono tante riflessioni che si accavallano. Un po’ tutti siamo dispiaciuti per non aver potuto riconsegnare ai tifosi italiani quel risultato che volevamo. Siamo dispiaciuti per il risultato ma nello sport la sconfitta ci sta. Quello che purtroppo rimane è la delusione per non aver potuto dimostrare a chi ci ha seguito tutto ciò che è stato fatto. Resta la delusione per una incapacità nell’aver potuto dimostrare ciò che abbiamo fatto. Non abbiamo dimostrato il carattere per sopperire alle lacune che purtroppo abbiamo. Ieri sera abbiamo condiviso le responsabilità con tutti. Siamo tutti responsabili“, dichiara il presidente della FIGC all’indomani dell’eliminazione da Euro 2024.
Gabriele Gravina conferma inoltre la fiducia al CT Luciano Spalletti fino al 2026, come da contratto: “Abbiamo fatto una lunga chiacchierata anche col mister: sono pragmatico e penso sia impensabile risolvere i problemi in momenti di difficoltà abbandonando un progetto che dal primo momento abbiamo detto che sarebbe stato triennale. Non si può pensare di abbandonare un progetto dopo 8/9 mesi di attività. C’è da cambiare qualcosa, da rivedere qualcosa in termini di approccio. Ci saranno riflessioni profonde, ieri sera abbiamo iniziato a confrontarci con Spalletti. Dobbiamo crescere tutti”
Sulla possibilità di dimettersi: “Non scappo dalle responsabilità. Le critiche feriscono, quelle strumentali legate ad una richiesta di dimissioni. Quelle costruttive no, vanno ascoltate. Non esiste che qualcuno possa governare dall’esterno il nostro mondo, questo vale per la politica sia per tutti gli altri nel chiedere le dimissioni sia di Gravina che di Spalletti. Non esiste. Le elezioni Figc non si possono fare prima delle Olimpiadi, alla prima data utile lo faremo. Critiche sì ma facciamole costruttive“.
Sulle problematiche del movimento azzurro nel passaggio tra le categorie giovanili al calcio che conta: “Dobbiamo valorizzare i nostri giovani, non possiamo pretendere di vincere con poca esperienza. I ragazzi delle selezioni giovanili hanno zero presenze, non c’è valorizzazione. Abbiamo rilanciato le seconde squadre ma abbiamo delle squadre Primavera col 100% di stranieri. C’è un’idea non convinta nell’avere un patrimonio di talenti di valore ma la ricerca della massimizzazione del risultato non permette di avere pazienza sulla loro valorizzazione. L’Under 17 che vince 3-0 col Portogallo fa capire che hai ragazzi straordinari. Ma a volte non giocano nemmeno nel campionato Primavera“.
“La delusione è di tutti, i ragazzi sono particolarmente mortificati. Si sono impegnati, lontani dalle famiglie, ma non hanno ottimizzato i sacrifici. Io deluso dalla prestazione, non dai ragazzi. Sfido chiunque a trovare soluzioni alternative, la vedo dura che in 6 mesi vengano fuori alternative per un grande salto di qualità del gruppo. È mancata capacità di sopperire grazie al carattere a carenze oggettive. I ragazzi vanno tenuti in grande considerazione, anche per quanto fatto precedentemente“, prosegue il presidente federale in conferenza stampa a Iserlohn.
Sul prossimo grande obiettivo della Nazionale, il pass per il Mondiale 2026: “L’obiettivo del Mondiale 2026 è reale. Siamo consapevoli che sarebbe un disastro inimmaginabile non centrare la qualificazione per la terza volta di fila. Questo non solo per il risultato, ancora una volta vorrebbe dire che non siamo stati in grado di percorrere un progetto che dia risposte concrete nell’immediato“.
“La nostra progettualità con Spalletti puntava al 2026 ma dobbiamo fare conti con la realtà. Nessuno può garantire il risultato se non attraverso l’impegno e la progettualità. Io rispondo dal 2018, non è un caso che da lì la scelta della Federazione sui vivai è stata di finanziare il più possibile l’attività di base. Dobbiamo allargare la base dei selezionabili, la Nations League ha importanza per il ranking: questo è il gruppo, verranno fuori altri ragazzi ma siamo lontani dagli obiettivi posti. Pensavamo di essere più avanti, ci siamo accorti che siamo tornati indietro. Ma non ci si può arrendere“, aggiunge Gravina.