foto da Quotidiani locali
MUGGIA. Il tintinnio delle barche a vela ormeggiate si perde nella quotidianità della vita muggesana. A risuonare non sono più soltanto le voci di pescatori e titolari di botteghe, ma anche quelle straniere di turisti e viaggiatori. Il mandracchio di Muggia ha infatti più volte mutato aspetto negli anni e oggi si apre sempre più all’accoglienza dei visitatori, riuscendo però a mantenere invariata la sua atmosfera.
Che il porticciolo muggesano – assieme al duomo lo scorcio più iconico della città – stia attraversando una fase di importanti cambiamenti, è una convinzione fatta propria da molti abitanti della zona, avallata da una serie di fattori amministrativi, economici e urbanistici. E spinta dalla rinnovata capacità attrattiva di Muggia, di cui il mandracchio è una parte integrante fondamentale: tanto da essere inserito fra i quindici porticcioli più belli d’Italia l’anno scorso, a fianco di nomi del calibro di Portofino o Portoferraio.
Ma anche senza scomodare località così rinomate, l’attenzione riservata dagli imprenditori a Muggia e al suo centro storico affacciato sul mare è dimostrata innanzitutto da alcuni recenti investimenti, che ne hanno in parte ridisegnato l’assetto. Si contano due aperture solo nell’ultimo mese, peraltro simili sotto certi aspetti, in quanto hanno entrambe permesso di rivitalizzare spazi storici del mandracchio che nel frattempo erano di fatto caduti in disuso.
Il 6 giugno scorso è stata inaugurata la “Cicchetteria della Risorta”, nell’area dove un tempo sorgeva la pescheria comunale, lungo il molo Cristoforo Colombo. Edificio che il Comune cercava di rilanciare dal 2020 – quando è stata predisposta una prima indagine esplorativa – e che dopo un lungo iter burocratico (complicato dalle disposizioni indicate dalla Soprintendenza) ha incontrato nel 2022 l’interesse dell’imprenditore muggesano Henry Demarco. Arrivato il via libera dalla Soprintendenza, oggi il locale di Demarco offre cicchetti con pesce e prodotti del territorio. E, a giudicare da queste prime settimane di attività, parrebbe aver già fatto breccia negli appetiti enogastronomici dei triestini.
L’aspetto più singolare tuttavia, come si diceva, è proprio la connessione con la cornice storica del mandracchio, cosicché gli investimenti sembrano fatti apposta per accompagnare il porticciolo da un passato illustre verso un futuro turistico. La stessa logica si vede infatti nella riapertura dell’osteria “Alla Sanità”, in largo Nazario Sauro, grazie all’imprenditore lombardo Antonio Russo (vedi articolo sotto). Non bastasse, Russo ha acquistato ancora cinque anni fa tutto il palazzo – uno dei più antichi di Muggia – trasformando ora i piani superiori in appartamenti e case vacanze. L’inaugurazione – avvenuta per coincidenza proprio due giorni dopo quella della Cicchetteria – è stata meno appariscente, ma il riscontro da parte del pubblico altrettanto favorevole.
Se a tutto ciò si aggiungono le insegne da anni radicate nell’area – dalla celebre gelateria Jimmy alla drogheria Postogna, ma se ne potrebbero riportare tante altre – il quadro si completa. E promette di vivacizzare ulteriormente il mandracchio, forte degli ultimi investimenti.
Il lato imprenditoriale non esaurisce tra l’altro i fattori di cambiamento in atto nella zona. Vanno ricordati almeno altri due elementi che saranno in ogni caso determinanti nel prossimo futuro: la (probabile) pedonalizzazione del mandracchio e la minaccia dell’acqua alta.
Sul primo – che dipende dal raddoppio della galleria Nazario Sauro – il dibattito a Muggia è più che mai aperto. È una delle bandiere della giunta Polidori, ma si sono già registrate contestazioni e gli ostacoli al progetto non mancano.
Così come rimane sullo sfondo il pericolo dell’acqua alta, che nel 2019 causò 350 mila euro di danni dopo essere tracimata e aver invaso il centro storico. A maggio è andata a buon fine la prima installazione delle paratoie, ma la loro tenuta andrà valutata negli anni a venire.
