L’obiettivo di Attawasol è realizzare un centro polivalente nel capannone di via Arsa acquistato e ora oggetto di un ricorso al Tar dopo lo stop del Comune (l’11 luglio l’udienza).
Un capannone da 1400 metri quadri, che ospitava una falegnameria, e ora classificato in zona impropria, in cui Attawasol ha eseguito alcuno lavori internii di manutenzione straordinaria che il Comune vuol far demolire prima di passare ad un permesso di costruzione convenzionato.
«È possibile demolire e costruire residenze in un lotto vicino», precisa Giampaolo Bressan, il geometra a cui l’associazione islamica si è rivolta, «ma se il proprietario non vuole può realizzare interventi di manutenzione straordinaria al fabbricato, come ha fatto l’associazione».
Il progetto di Attawasol prevede che nel seminterrato vengano realizzati il magazzino e uno spazio ludico, al piano terra invece, in successione, troveranno posto una sala polifunzionale con gli uffici, poi lo sportello immigrati, uno spazio per esporre i prodotti artigianali e infine una sala dove al venerdì si ritroveranno per la preghiera, e negli altri giorni per attività diverse, a cominciare dal teatro.
«Siamo a Montebelluna da vent’anni», puntualizzano i rappresentanti di Attawasol, «facciamo corsi di lingua per i ragazzi e tante altre attività per fare opera di integrazione che ci è sempre stata riconosciuta, non comprendiamo questo irrigidimento del Comune. Con le amministrazioni di Montebelluna siamo sempre andati d’accordo e vogliamo continuare su questa strada. Qui poi non vogliamo realizzare una moschea ma un centro polifunzionale tanto che, nelle feste principali come il Ramadan, continueremo a chiedere di utilizzare una palestra come fino ad adesso».
Quel progetto era partito quando sindaco era Marzio Favero, Attawasol, dopo aver acquistato il capannone, aveva rifatto il pavimento, il controsoffitto, altre opere interne.
Ora il Comune vuol farle demolire. «Volerci far demolire per poi rifare le stesse opere significa solo buttar via soldi che abbiamo raccolto tra le famiglie, non ha senso» precisano i dirigenti di Attawasol.
«Dal ricorso al Tar non abbiamo nulla da perdere ma proprio perché col Comune vogliamo collaborare siamo pronti a ritirarlo se l’amministrazione comunale approverà la domanda in sanatoria che abbiamo depositato».