TRIESTE. Per queste ore l’Arpa Fvg prevede un superamento della soglia del valore obbiettivo di ozono atmosferico. L’allerta dovrebbe durare al massimo fino a stasera, ma potrebbe ripresentarsi martedì.
Se nell’aria è presente di norma una concentrazione tra i 20 e gli 80 microgrammi per metro cubo d’aria, a Trieste in questo momento si sono create tutte le condizioni per il superamento del valore obiettivo fissato a 120 microgrammi per metro cubo, come media sulle otto ore.
Cosa comporta? Che soprattutto i soggetti fragili, bambini, anziani, asmatici e persone con patologie polmonari e cardiologiche, ma anche coloro che si sottopongono a sforzi intensi all’aperto, possono avvertire, dopo un’esposizione prolungata di ore, un’irritazione alle mucose e alla gola, bruciore agli occhi, malessere e dolore al petto durante la respirazione. Ma basta rientrare in un luogo chiuso e al fresco, affinché il problema rientri.
Il Comune di Trieste, ricevendo la previsione da Arpa e seguendo le indicazioni dell’Azienda sanitaria, invita «la cittadinanza, in particolare le fasce più sensibili della popolazione, ad adottare adeguate precauzioni per limitare l’esposizione all’inquinante».
Andiamo con ordine, e partiamo dal considerare che Arpa, così come stila le previsioni del tempo, compila anche quelle relative alla situazione dell’aria e di quello che sarà il livello di inquinamento atmosferico.
«L’ozono – precisa il direttore tecnico scientifico di Arpa Fulvio Stel – non è un inquinante emesso da attività produttive o naturali, non è cioè paragonabile alle polveri o agli ossidi di azoto emessi dalle combustioni. È un inquinante tipicamente estivo, che si forma direttamente in atmosfera in presenza di forte radiazione solare, tramite complesse reazioni chimiche con alcune sostanze, emesse ad esempio dal traffico veicolare o dalle attività produttive».
L’ozono una molecola molto reattiva «che tende ad attaccarsi a tutte le sostanze organiche – spiega Stel – e aderisce quindi anche alle mucose, all’apparato respiratorio, causando fastidio alla gole e agli occhi».
Può sembrare strano, ma la limpidezza del cielo facilita la formazione di ozono. «Una, due settimane fa che il cielo era nuvoloso – fa notare il direttore di Arpa – l’ozono faceva fatica a formarsi. Perché anche in presenza di ossidi azoto e composti volatili, senza radiazioni solari non si alzano i livelli di questa molecola».
I superamenti si concentreranno nel pomeriggio, visto che il picco di radiazione solare avviene tra le 12 e le 13. «Le reazioni chimiche, per avvenire, richiedono un po’ di tempo – indica Stel – e quindi i valori più elevati si registrano tra le 15 e le 16, e poi tendono a calare, perché cala la radiazione solare, ed essendo l’ozono una sostanza molto reattiva si attacca a tutto quello che può e così si consuma».
Al chiuso, come detto, il problema si risolve. «Le abitazioni non sono mai troppo pulite – constata Stel – evidenziano sempre della sostanza organica (esempio le impronte o la polvere) e quindi l’ozono aderisce e si consuma». Stel suggerisce infine «di fare attenzione, ma senza apprensione»