foto da Quotidiani locali
TRIESTE. Un rappresentante di dolciumi per le più grandi società del settore, conosciuto in tutta Italia, ma anche il fondatore, insieme alla moglie Edda, dell’associazione XIII Casade e un uomo cordiale, ben voluto, definito «eccezionale». È scomparso nei giorni scorsi a 84 anni dopo una lunga malattia Antonio Vidiz, noto a Trieste per aver organizzato eventi legati alla città e alle sue tradizioni, grazie al sodalizio che valorizza il Medioevo e la storia del territorio. Un impegno costante e appassionato, insieme alla moglie, con la quale ha condiviso anche una lunga storia d’amore.
«Ci siamo conosciuti sui banchi di scuola, al Da Vinci. – ricorda Edda – Alla fine delle superiori entrambi, per coincidenza, abbiamo trascorso un periodo all’estero, io in Canada e negli stati Uniti e lui in Francia. Al ritorno ci siamo ritrovati in un bar e non ci siamo più lasciati, 62 anni di matrimonio, e altri ancora prima». Antonio aveva iniziato a lavorare nell’azienda di biscotti di famiglia, per diventare poi rappresentante per diversi marchi.
Sono gli anni Ottanta quando iniziano a coltivare l’interesse per il Medioevo, prima con le rievocazioni storiche di “Città Vecchia Viva” e poi dell’associazione XIII Casade. Momenti rimasti nelle tante foto, nelle locandine di spettacoli e altre manifestazioni che la coppia ha conservato con grande cura nella propria casa.
Negli ultimi anni Antonio stava lottando con una malattia che alle volte rendeva più sfumati proprio quei ricordi importanti di una vita piena e vivace. «Era un vero “mitteleuropeo” – racconta Edda – il papà era metà austriaco e metà sloveno, la mamma ungherese e lui è nato a Zagabria, trasferito da piccolissimo a Trieste. Si è sentito sempre un triestino doc. Ma era soprattutto un uomo giusto, che parlava poco, ma quando parlava tutti lo ascoltavano. Questa frase la ripetono spesso gli amici. Quello che ho passato insieme a lui è stato splendido. Eravamo due anime simili, se non uguali. Alla fine non ci sono ricordi più o meno belli tutta la vita trascorsa insieme è stata un’avventura stupenda».