Hubert Hurkacz è uno dei giocatori più solidi del circuito ATP. Indubitabilmente. Eppure, il nome del numero 7 del mondo, per qualcuno sarà sempre legato alla sconfitta di Roger Federer nella sua ultima partita in singolare da professionista. Non a caso, l’atleta nativo di Breslavia, spesso viene definito come una sorta di ammazza leggende.
Tre anni or sono, infatti, il forte tennista polacco ha battuto – sull’erba regale di Wimbledon – il caro vecchio Roger con il punteggio di 6-3 7-6 (4) 6-0. Per Hurkacz si è trattato del momento più importante della sua carriera. Giocare contro Federer, otto volte campione sul campo centrale di Wimbledon, era qualcosa che aveva sempre sognato. Epperò, come si evince dalle dichiarazioni rilasciate a Yahoo Sport UK, il fatto di essere associato solamente a quel “momento di gloria”, sta un po’ stretto al buon Hubert: “Beh, è stato stressante battere Federer, ma ero anche molto emozionato. Crescendo da bambino, ho sempre ammirato Roger, era il mio idolo. Ha vinto così tante volte a Wimbledon e avere la possibilità di giocare con lui, su quel campo, è un qualcosa che ho sempre desiderato fare. È chiaro, però, che vorrei essere ricordato per qualcosa di più. Sono ambizioso. Voglio vincere i tornei”
Anche quest’anno il polacco proverà ad andare il più avanti possibile nella blasonatissima kermesse britannica: “L’erba è sicuramente la mia superficie preferita” ha sottolineato il 27enne polacco. “In Polonia non avevamo erba. Abbiamo forse qualche campo privato, ma non li paragonerei all’erba di Wimbledon. Da quando ho giocato per la prima volta a Wimbledon junior, l’ho sempre aspettato con entusiasmo. Ho sempre voglia di tuffarmi sull’erba, provare qualche bel tiro. Mi piace davvero quell’atmosfera, quella sensazione di giocare su quella superficie.”
Hurkacz ha speso delle parole al miele anche per la numero uno del ranking femminile, Iga Swiatek: “È fonte di ispirazione anche fuori dal campo. È davvero fantastico quello che ha fatto. Sono super felice di poter giocare qualche doppio misto alle Olimpiadi, è davvero speciale…”
