«La felicità di poter partecipare alle Olimpiadi di Parigi supera la mia tensione e la stanchezza dopo la determinante gara di Budapest e il viaggio che sto concludendo in auto verso casa. Ringrazio tutti coloro che, in questi anni impegnativi, mi sono stati vicini».
Sono le prime parole della campionessa avianese di breakdance Antilai Sandrini, che si è qualificata per gareggiare alle imminenti Olimpiadi parigine.
Tutti si sentono vicini ad Antilai, anche se ancora manca che una notizia tanto bella compaia sul tabellone luminoso del municipio.
Sentita al cellulare, lunedì a mezzogiorno, dopo essere atterrata all’aeroporto Marco Polo di Venezia in arrivo da Budapest, Antilai stava raggiungendo in auto la sua casa-palestra in Piancavallo.
Il sogno di poter partecipare alle Olimpiadi di Parigi, dal 26 luglio all’11 agosto, per Antilai Sandrini, 25 anni, si è trasformato in realtà. Ieri sera ha festeggiato l’evento sull’altopiano con la famiglia e gli amici.
Neanche il tempo di godere dell’avvenuta qualifica olimpica che in questi giorni Antilai sarà ancora in viaggio, stavolta per gli Stati Uniti. Meta Las Vegas.
«Nella capitale del gioco e dello spettacolo – afferma – dovrò perfezionare i miei allenamenti in vista di Parigi. Rientrerò in Italia martedì 9 luglio. Il programma successivo di avvicinamento all’Olimpiade – osserva – mi verrà comunicato dalla Federazione».
Con l’avvicinarsi dell’appuntamento a cinque cerchi tutto si è intensificato per Antilai – allenamenti, trasferte, esibizioni – sino al limite della sopportazione fisica.
Il viaggio olimpico verso Parigi, prima che per Budapest, è passato, nel maggio scorso, per Shanghai, dove si è qualificata fra le prime atlete-artiste del mondo.
«La breakdance, oltre che una dura disciplina sportiva, è sempre stata arte», pronuncia il suo giudizio, con la stessa grazia e leggerezza con le quali si esibisce, onorando sempre il nome orientale che porta: Antilai, figlia del vento.
La breakdance, nata negli anni 70 quale esibizione artistica e acrobatica dei giovani nelle strade del Bronx a New York, è diventata da poco tempo sport olimpico e quelli di Parigi sono i primi Giochi che vedono esibirsi i campioni di tutto il mondo. Antilai è diventata campionessa con grandi sacrifici, ai quali ha abbinato una volontà di ferro.
La giovane racconta la sua storia, all’inizio di ginnasta, poi di campionessa della breakdance: «Mio papà Nadir gestisce alberghi in località turistiche, mia mamma Annalisa insegna scienze motorie alle superiori.
Quando ero ancora bambina, coincidenze della vita, i miei genitori hanno trovato lavoro fra Aviano e Pordenone, lasciando Livorno dove ero nata».
All’inizio Antilai pratica più discipline di ginnastica artistica, corpo libero in particolare, con la Libertas di Sacile, ottenendo buoni risultati.
«È stata però la passione per la musica di mio papà, dj per hobby, che mi ha fatto apprezzare e poi innamorare della breakdance.
Per me – sostiene Antilai – la breakdance, l’ho spiegato più volte, è un’attività sportiva capace di trasformarsi in arte con estro, fantasia, massima concentrazione, assieme a perpetui allenamenti (più di quattro ore al giorno) e preparazione fisica».
L’avianese non sa dire quale sia stato il suo primo trofeo: è affezionata a tutti.
Centinaia riempiono le stanze della sua casa e dell’hotel Stella Montis di Piancavallo che papà Nadir gestisce.
«Mi alleno in spazi adattati a palestre anche nell’albergo di Piancavallo. Quando posso – conclude – insegno breakdance nel Pordenonese».