Il Piano Mattei e il memorandum Ue siglato con la Tunisia e fortemente voluto da Giorgia Meloni funzionano. La buona notizia non arriva da Palazzo Chigi, ma direttamente dall’Africa. Emblematici i dati diffusi in queste ora da Tunisi. La Tunisia ha infatti intercettato più di 1.800 migranti, sventando 59 tentativi di attraversare il Mar Mediterraneo verso l’Europa, durante lo scorso fine settimana. Lo riferisce la Guardia Nazionale Tunisina precisando che, tra coloro che hanno tentato di mettersi in viaggio, c’erano anche 18 cittadini tunisini. Sono stati inoltre trattenuti 24 trafficanti di migranti, tra cui organizzatori e mediatori. Inoltre, il dato più eclatante: le forze di sicurezza tunisine hanno impedito a più di 30.000 persone di raggiungere l’Europa attraverso le acque territoriali della Tunisia nei primi cinque mesi del 2024. E per Europa, s’intende, per buona parte in Italia.
Lo ha ribadito il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel messaggio inviato all’evento “Piano Mattei, quali opportunità per Africa, Italia e imprese” organizzato da Confcommercio lo scorso venerdì a Milano. Il piano Mattei prevede un reciproco vantaggio per l’Italia, l’Unione europea e l’Africa. “Un pacchetto di interventi volti a realizzare un’immigrazione più integrata e un sostegno nei Paesi d’origine. La formazione, le infrastrutture e il lavoro sono gli obiettivi a cui mira il tanto atteso Piano Mattei. Si distingue dalle altre iniziative del passato per “la sua concretezza. Noi non abbiamo scritto un elenco di buone intenzioni, di dichiarazioni di principio. Abbiamo scritto un piano di obiettivi fattibili e realizzabili, accompagnato da un cronoprogramma ben delineato”. Istituzioni e imprese di entrambi i continenti sono in prima linea per rispondere alle sfide del Piano. Meloni si è detta “molto felice” che il tessuto produttivo ed economico italiano “abbia compreso, fin dall’inizio, l’importanza e la strategicità della sfida che il governo ha lanciato con l’iniziativa del Piano Mattei”, un elemento “molto prezioso” ha continuato Meloni, perché se il Piano Mattei “sarà un successo e riuscirà davvero a costruire quel nuovo modello di cooperazione e sviluppo con le Nazioni africane che abbiamo in mente, molto dipenderà dal contributo delle nostre imprese e dalla possibilità di mettere le loro energie e la loro concretezza al servizio di questa iniziativa”.
Sono infatti nove, ad ora, i Paesi pilota coinvolti nel Piano Mattei: Algeria, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e appunto Tunisia. In tal senso, l’Italia si conferma primo fornitore della Tunisia anche nel periodo gennaio-maggio 2024, consolidando così un primato che dura da vari anni. Stando alle tabelle dell’Istituto nazionale di statistica (Ins) tunisino ottenute da “Agenzia Nova”, l’export del “Made in Italy” nel Paese nordafricano è stato pari a 3,962 miliardi di dinari (corrispondenti a circa 1,182 miliardi di euro) nei primi cinque mesi dell’anno in corso, in calo del 10,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma sempre davanti agli altri Paesi competitor. Dati che confermano un trend consolidato anche nel 2023: Roma sta aiutando Tunisi a superare le sue difficoltà economiche e finanziarie senza perdere la sua quota di mercato.
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