Il gip Rodolfo Piccin ha sospeso lo scorso 10 giugno l’asta telematica degli animali confiscati al loro ex proprietario per maltrattamenti. Il provvedimento del giudice, pubblicato sul sito delle vendite telematiche, riguarda quattro capre, una manza, un pony e un cavallo irlandese.
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) aveva sollevato il caso, il 7 giugno, evidenziando come gli animali erano «finiti all’asta nella categoria “Macchinari-utensili-materie prime” e nella tipologia “Macchinari per l’agricoltura, foreste e pesca” a seguito a seguito di un pignoramento del Tribunale di Pordenone».
L’Oipa aveva evidenziato come tale procedura fosse «incongrua e in contrasto con la normativa vigente che tutela gli animali, compreso il nuovo articolo 9 della Costituzione» e che si trattasse «di sette esseri senzienti trattati come merce, finiti in un portale d’aste insieme macchinari industriali, auto, elettrodomestici, barattoli di vernice, zanzariere e altri oggetti».
Gli animali sono stati sottoposti a sequestro dal 5 settembre 2022, nell’ambito del procedimento penale a carico del loro proprietario. Le quattro capre e la manza sono state affidate in custodia in una struttura, il pony e il cavallo irlandese a un’altra.
L’11 gennaio il custode di pony e cavallo ha richiesto l’assegnazione degli equini, rinunciando a ogni compenso per la custodia, quantificato fino a quel momento in 6.400 euro. Il 10 giugno il custode di cavallo e pony ha esteso la richiesta anche alle quattro capre e alla manza.
L’istituto vendite giudiziarie di Udine ha stimato il valore complessivo di capre e manza in 250 euro, dei due equini in 300 euro. Il giudice ha osservato che la richiesta del custode risulterebbe vantaggiosa, visto che la vendita degli animali sopperirebbe in minima parte alle spese di custodia finora sostenute.
Il giudice ha aggiunto che se nessun ente o associazione fa richiesta di affidamento degli animali, l’obbligo di far fronte al loro mantenimento, dopo la confisca, grava sul Comune.
Dal 7 dicembre 2023, data cioè dell’irrevocabilità della sentenza e dunque della confisca degli animali, le spese di custodia gravano sui comuni dove gli animali sono custoditi, cioè Fanna e Spilimbergo.
Quanto all’eventuale procedura esecutiva, da instaurare nei confronti dell’imputato, si prospetta, ad avviso del giudice, inutilmente dispendiosa e lunga.
Per ciò, vista la proposta del custode e attesa la necessità di appurare se anche l’altro custode sia interessato a tenere con sé gli animali, rinunciando alle spese sostenute finora, il giudice ha intanto congelato la vendita telematica, che avrebbe dovuto tenersi il 21 giugno e ha disposto un termine per completare gli accertamenti. Per gli animali confiscati si preannuncia dunque un lieto fine, come auspicato dall’Oipa. —
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