Era un uomo dal profondo senso civico, un grande appassionato di inchieste, capace di passare ore a ricostruire relazioni e rapporti societari, leggendo pile di documenti: visure, bilanci, relazioni finanziarie e investigative. Un’attività che Franco Tandin, 65 anni, svolgeva per passione.
Tandin è stato trovato morto giovedì 20 giugno, poco dopo le 13, nella sua casa studio di Carpenedo. Di mestiere era bidello, da circa 15 anni al turno serale dell’istituto Pacinotti. Tutti i giorni dalle 16 a mezzanotte. Dopo alcuni giorni di ferie, mercoledì non si è presentato al lavoro.
Negli ultimi giorni era sembrato un po’ stanco - come è normale alla fine dell’anno scolastico - ma non risulta che avesse avuto malori. Dalla scuola hanno provato a contattarlo sul telefonino un paio di volte, ma non ha mai risposto.
Hanno riprovato giovedì mattina, un collaboratore della scuola è andato a casa sua, ha suonato ma non ha risposto nessuno. Ha visto che però c’era la sua bici, il suo solo mezzo di trasporto. A quel punto il dirigente scolastico del Pacinotti, Marco D’Acquino, ha chiamato il 112.
Quando le forze di polizia sono entrate nella sua casa lo hanno trovato morto. Sul posto è intervenuta anche la polizia scientifica, insieme al medico legale. L’ipotesi è che si tratti di morte naturale anche se spetterà al pubblico ministero di turno decidere se eseguire ulteriori approfondimenti e disporre l’autopsia per accertare le cause del decesso. Non è chiaro, al momento, a quando risalga il decesso.
«Tutta la scuola è profondamente dispiaciuta, con lui avevo costruito un buon rapporto», dice il preside, «Franco era una persone per bene, ci mancherà».
Negli anni si era appassionato alle vicende del Mose, allo scandalo delle Popolari, ai rapporti tra imprenditori e criminalità organizzata. Era un volto noto per i finanzieri, dove bussava ogni volta che riteneva di avere sufficienti elementi per presentare un esposto. Altri due anni di lavoro e sarebbe andato in pensione. «Era una persona con la quale si poteva parlare con passione di politica», lo ricorda un amico, «aveva le sue fissazioni ma era una persona davvero per bene».