Un caso di Dengue su quattro si è manifestato nel Padovano. Sono 12, infatti, le infezioni registrate sulle 47 confermate in Veneto nell’ambito della sorveglianza delle malattie trasmesse da vettori.
Al momento si tratta di tutti episodi di importazione – due su pazienti di rientro dalla Maldive e dieci dal Sudamerica –, ma a spingere il Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 6 a tenere altissima l’attenzione è l’epidemia senza precedenti che si sta registrando oltreoceano e il fatto che il virus si veicola attraverso zanzare infette che pungono prevalentemente di giorno.
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«Il fatto che al momento siamo in presenza di casi di importazione un po’ ci tranquillizza» sostiene il direttore del Dipartimento di Prevenzione Luca Sbrogiò «tuttavia è necessario prestare grande attenzione poiché questo virus viene trasmesso dalla zanzara tigre che, dopo aver punto una persona infetta, può a sua volta trasmetterla ad altre persone. Pertanto potrebbero verificarsi dei focolai locali».
Così, mentre le strutture preposte proseguono con sorveglianza – su zanzare, equini e persone – e campagne informative, il dottor Sbrogiò sollecita a prestare particolare attenzione alle “febbri estive”, soprattutto di ritorno da Paesi esotici.
«Se al rientro compare una febbre superiore ai 37,5-38 gradi non è il “colpo d’aria” da condizionatore, ma è l’organismo che sta rispondendo a un agente virale o batterico» chiarisce «pertanto è importante rivolgersi al proprio medico curante che, in caso di sospetti, indirizza il paziente agli approfondimenti necessari a escludere o confermare l’infezione in questione. Certo la Dengue può manifestarsi anche in maniera asintomatica, ma in presenza di persone fragili, anziane o immunocompromesse, i sintomi posso diventare importanti».
Oltre a febbre per 3-5 giorni, l’infezione si manifesta con cefalea intensa, mialgia, artralgia, dolori retro-orbitali, disturbi gastrointestinali e rash generalizzato. Esiste anche una forma emorragica, più rara, con perdite di sangue minori, ad esempio dalle gengive o dal naso. «In presenza di un contagio bisogna intervenire con la disinfestazione nei pressi dell’abitazione dell’interessato» aggiunge.
Al momento, invece, non ci sono notizie di casi di West Nile, in Veneto: «Fortunatamente, ad oggi non abbiamo problemi con questo virus. Non ci sono casi certi, né viene registrata circolazione virale nelle zanzare» riferisce il direttore del Dipartimento di Prevenzione «ricordiamo che nel 2022 avevamo il 70% delle zanzare infette e nel Padovano erano stati registrati il 50% dei casi a livello nazionale e il 25% di quelli europei».
Nella maggior parte dei casi l’infezione, veicolata dalla comune Culex dopo il tramonto, è asintomatica. Talvolta si manifesta con febbre improvvisa, cefalea, dolori muscolo-articolari, stanchezza, nausea, vomito, rash cutaneo. Meno dell’1% – soprattutto tra gli over 60 – sviluppa una malattia neuroinvasiva, come meningite, encefalite o paralisi flaccida. Nel 2022 furono diversi i decessi riconducibili a West Nile.
Da non trascurare, soprattutto in questo periodo, il morso di zecca che può causare encefalite virale (Tbe) – già 12 casi in Veneto – e la malattia di Lyme (2 episodi).
La prima, nel 30% dei casi può dare conseguenze neurologiche a lungo termine e morte nell’1-2%; per quanto riguarda la seconda, dopo qualche settimana oltre la metà dei pazienti può sviluppare artrite, alterazioni neurologiche o problemi cardiaci.