TERZO DI AQUILEIA. Lo hanno aspettato in tantissimi fuori dalla chiesa parrocchiale di Terzo di Aquileia e lo hanno accolto con un lungo e commosso applauso. Così gli amici di Leonardo Scarel, il 21enne deceduto lo scorso giovedì in seguito all’incidente stradale mentre a bordo della sua macchina stava rientrando a casa dopo una visita ai nonni a Cervignano, hanno voluto salutare il loro amico, quell’amico perso tragicamente e che ancora non riescono a capacitarsi di non vedere più tra loro.
E poi a fine gli hanno tributato l’ultimo saluto con il lancio di tanti palloncini bianchi, con le lacrime che scendevano sui loro volti, mentre guardavano salire nell’azzurro del cielo il ricordo del loro amico.
A concelebrare la cerimonia funebre don Sinuhe Marotta responsabile territoriale dell’Unità pastorale di Cervignano e Terzo, e don Giuseppe Franceschin, che prima di iniziare la messa, commosso, ha ricordato il vissuto di Leonardo: di quando lui gli insegnava religione, di quando aveva fatto la comunione e la cresima in quella chiesa nella quale ora «ritorna in una bara». Ha anche ricordato il suo «vivere per gli altri», il suo altruismo, che lo ha portato a donare gli organi salvando altre vite, «una decisione – ha detto don Giuseppe – che i genitori hanno accolto non senza sofferenza», ma che hanno accettato. Ha rimarcato l’importanza di «credere nella Fede, e la speranza della vita che rinasce».
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Don Marotta nella sua breve omelia non ha mancato di lanciare qualche monito ai tanti giovani presenti, rimarcando che «ogni anno non c’è famiglia che non pianga qualche caro morto in incidente: arrestiamo tutto questo». Lo ha fatto parlando della morte “violenta” di Gesù, affermando che anche quella di Leonardo «forse è stata violenta», sostenendo però che ci sono due modi di affrontare tutto questo, «cercando il colpevole o affidandosi a Gesù e noi oggi mettiamo Leonardo nelle sue mani».
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Ma è stato l’ultimo “messaggio” di Leonardo a commuovere i presenti: al termine della messa, il docente di aeronautica del corso post diploma che il giovane stava frequentando ha letto la parte finale della tesina che gli aveva preparato qualche giorno prima, nella quale ringraziava il proprietario dell’azienda di Brescia nella quale stava effettuando uno stage, per come lo aveva accolto, e poi la famiglia, la mamma e il papà. Ma soprattutto «un grazie a te papà e al nonno per avermi trasmesso questo amore per i motori: le soddisfazioni che ho sono immense».
Un grandissimo e commosso applauso ha accolto queste ultime parole di Leonardo, parole che rivelano tutto l’amore che nutriva per la sua famiglia, ma anche l’impegno verso quel futuro concluso tragicamente quel “maledetto” 11 giugno. A cerimonia conclusa la famiglia ha ringraziato quanti le sono stati vicini invitandoli in un locale della zona per un momento di condivisione.