foto da Quotidiani locali
Il Tar del Veneto dà ragione al comune di Silea: Steril Eco e Fiorito devono dare 3 milioni.
Storie di grandi operazioni immobiliari naufragate, pignoramenti, terreni che finiscono all’asta, milioni di entrate pubbliche non riscosse e lunghe diatribe giudiziarie: quando si parla di Steril Eco e Poggio Fiorito a Silea si apre un vaso di Pandora che contiene tutto questo.
A scrivere l’ultimo capitolo di questa vicenda, poche settimane fa, sono stati i giudici del Tar del Veneto con due sentenze “gemelle”.
In ballo ci sono 3 milioni di euro, somme che il Comune di Silea, nell’ormai lontano 2017, aveva provato a riscuotere dalle due società proprietarie dei terreni a ridosso del casello autostradale dell’A27, lungo la Treviso-Mare.
Inserendosi all’interno di una vicenda molto complicata le due sentenze pubblicate nei giorni scorsi sul sito del Tar mettono (almeno) un punto fermo a favore del comune di Silea, legittimando il credito che l’ente vanta nei confronti dei privati.
Si parla di una cifra pari a 1,54 milioni di euro per la Steril Eco e di 1, 36 milioni di euro per la Poggio Fiorito.
Le somme, calcolate ormai 7 anni fa, riguardano l’indennizzo perequativo calcolato sulla base della convenzione stipulata nell’ambito del maxi piano di lottizzazione di un’area di 85 mila metri quadrati avviato nel 2002 e realizzato solo in parte.
Oltre agli attuali marchi Sportler, Emisfero, Obi, Rodhouse, McDonalds, Pittarello e Burger King, avrebbero dovuto sorgere di fianco al casello autostradale altri insediamenti tra cui anche due torri del gruppo Fassina alte fino a 35 metri.
Da questa maxi operazione commerciale e direzionale ormai inceppata scaturisce una lunga scia di vertenze ancora aperte, non solo sul fronte delle perequazioni urbanistiche, ma anche dell’Imu e dei debiti con le banche. In poche parole rubinetti chiusi.
Nel frattempo i terreni della Steril Eco (il cui debito Imu dal 2011 al 2022 ammonta a 798 mila euro più 400 mila euro di interessi) sono stati pignorati da una finanziaria (la Amco) e sono finiti all’asta.
Quella dello scorso gennaio è andata deserta e la prossima è in programma il 17 luglio.
Le aree, poco meno di 40 mila metri quadrati, divise in due lotti erano state periziate per 5, 2 milioni di euro: l’offerta minima stavolta parte da 2,9 milioni.
Più si abbassa il valore di realizzo più sarà difficile per il comune di Silea ottenere dai privati quanto dovuto.
Anche per questo la sindaca Rossella Cendron, pur esprimendo soddisfazione per i pronunciamenti del Tar rimane cauta: «Dopo 7 anni le nostre richieste sono state accolte» commenta «ed è la dimostrazione che la strada intrapresa in passato era quella giusta. La questione però è ben lungi dall’essere risolta e per questo il nostro ente continuerà ad operarsi in ogni sede per recuperare somme importanti che dovrebbero andare a beneficio dei servizi offerti al cittadino».