I pirati dei cantieri che nei giorni scorsi avevano colpito due ditte nel Padovano avevano scelto come deposito della refurtiva una vecchia azienda dismessa da tempo, in via del lavoro a Castelfranco.
Colpivano di notte, caricavano i mezzi su altri furgoni o camion, e dovo una corsa tra vie secondarie entravano i territorio trevigiano puntando la zona industriale Castella, la più vicina e ampia per non dare nell’occhio.
Non avevano fatto i conti con il fatto che i mezzi di cantiere, una volta depositati seminascosti dal verde, comunque avrebbero dato nell’occhio.
A scoprirli sono stai infatti i carabinieri di Castelfranco intervenuti all’interno dell’azienda a seguito di un controllo nell’area che era già stata segnalata in passato per delle strane frequentazioni.
Dietro della vegetazione cresciuta alle spalle del capannone usato dalla Enimaglia srl, i carabinieri hanno rinvenuto ben 150.000 euro di attrezzature e mezzi da cantiere: due piattaforme per alzare materiale e operai, un escavatore e un braccio meccanico rubati nella notte 17 giugno a Gazzo Padovano alla S.A. Montaggi srl.
E con questi, coperti da alcune frasche, un carrello elevatore, un escavatore, una macchina semovente e una benna rubati a Piazzola sul Brenta dal cantiere stradale via Guido Rossa gestito dalla ditta Parolin Costruzioni Srl.
Inutile dire che per le due aziende, che già temevano di dover ricomprare tutti i mezzi, la scoperta dei carabinieri è stata una splendida notizia.
Restano senza volto però – ma potrebbe essere solo questione di tempo – i responsabili dei colpi, pirati dei cantieri che potrebbero essere anche gli stessi che hanno agito alcuni giorni fa a Villorba, rubando mezzi da lavoro in due diversi cantieri stradali.
Colpi anche quelli senza un responsabile e purtroppo senza lieto fine. Probabile che i ladri – ammesso siano gli stessi – abbiano utilizzato un’altra base per nascondere la refurtiva prima di riuscire a organizzare il trasporto, probabilmente all’estero, a bordo di altri mezzi una volta “calmate le acque”.
Negli anni scorsi a finire nel mirino dei ladri erano stati mezzi ancor più ingombranti, mettendo a segno anche colpi che avevano dell’incredibile.
Quasi una decina infatti i trattori trafugati da aziende agricole o depositi nelle campagne trevigiane. Mezzi mai più ritrovati e chissà come fatti sparire nel nulla.
