IVREA
È un bene che le assunzioni superino le cessazioni, lo è meno il fatto che continui a prevalere il lavoro flessibile su quello stabile: accanto all’analisi della nati-mortalità imprenditoriale, anche quest’anno è stato realizzato a cura di Agenzia Piemonte lavoro un focus dedicato al mercato del lavoro e ai movimenti contrattuali del tessuto imprenditoriale locale. L’approfondimento, tramite la collaborazione avviata con la Camera di commercio di Torino nel 2021, prevede l’integrazione degli archivi delle imprese attive sul territorio estratti dal Registro imprese e gli archivi delle comunicazioni obbligatorie di assunzioni/cessazioni.
La lettura «denota un clima discretamente positivo», è stato sintetizzato lunedì nella sede di Confindustria Canavese a Ivrea, in un contesto «nel complesso però ancora piuttosto fragile, poiché in parte legato alle molteplici criticità dello scenario economico e internazionale». In numeri: nel 2023, il 15% del totale delle imprese registrate in Camera di commercio ha movimentato il mercato del lavoro locale, generando una quota di contratti di lavoro dipendente attivati pari al 72,3% del totale di quelli sul territorio. In particolare si tratta di 34.087 nuovi rapporti di lavoro a fronte di 30.799 cessazioni, che tra l’altro sono pure inferiori a quelle registrate nel 2022. «L’elaborazione offre due tipi di approfondimenti che raccontano la capacità di generare occupazione: il dinamismo delle imprese e quello del mercato del lavoro. La fotografia restituita, rispetto ai movimenti occupazionali, evidenzia un dato positivo: il 2023 chiude con +3.288 contratti in attivo» da parte delle 5.007 imprese inserite nel registro. Anche i saldi assunzioni/cessazioni sono positivi per tutti i settori economici. Tra questi spiccano i servizi che, nel biennio precedente, registravano al contrario valori negativi. Emergono poi costruzioni e industria. Positivi anche i saldi del punto di vista delle professioni, in particolare per quelle con competenze generiche (1.121 contratti), che nel 2021-22 avevano avuto un saldo negativo, seguite da artigiani, operai specializzati e agricoltori, professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi. «Rimane attivo anche il saldo delle professioni esecutive nel lavoro d’ufficio, anche se in contrazione rispetto all’anno precedente». E ancora, nel 2023, sia il lavoro flessibile sia il lavoro stabile aumentano, rispettivamente del 6,9% e del 6,1%, in relazione al 2022. Ma nel 2023, il flessibile rappresentava ancora il 75,9% e lo stabile il 24,1%. A completamento della panoramica del mercato del lavoro locale, vengono presi in esame i servizi erogati alle parti datoriali intermediati dai centri per l’impiego: sono 522 le aziende interessate, che hanno ricevuto 2.005 servizi; 253 sono aziende in obbligo ai sensi della L. 68/99. Va detto che per sua natura il centro per l’impiego intercetta prevalentemente ricerche di professioni di media qualifica, che sono pari al 53,2% del totale.
