Prima ha litigato con gli altri fedeli nel centro di preghiera poi, dopo essere stato allontanato, ha deciso di prendersi una rivincita a suon di pugni, intercettando uno di loro e colpendolo in mezzo alla strada, in una sorta di agguato violento per nulla frenato dal fatto di trovarsi in una via trafficata e in pieno giorno.
Nella mattinata di mercoledì 19 giugno, poco dopo le 11, uno straniero di origini nordafricane ha aggredito un 39enne bengalese facendolo finire al pronto soccorso. L’episodio si è consumato all’angolo tra via Carducci e via De Amicis ma in verità tutto sarebbe nato da un diverbio all’interno del centro islamico di via Piave; anzi, in verità si tratterebbe del seguito di un altro scontro analogo, risalente a circa tre mesi fa, quando lo stesso straniero era stato già allontanato dallo spazio comune e aveva poi reagito picchiando tre membri della comunità bengalese.
«È sempre la stessa persona», conferma l’imam Arif Mahmud, che nella mattinata di mercoledì 19 giugno era impegnato con una classe di bambini, «Mesi fa aveva scatenato un putiferio, ha malmenato tre persone. Ora è tornato in libertà e ce lo siamo ritrovato ancora qui. Di nuovo ha colpito uno dei fedeli, gli ha spaccato la faccia, forse usando anche un pezzo di ferro. Non appena avremo il referto medico del pronto soccorso andremo insieme a sporgere denuncia, ma a cosa serve? Al massimo avremo qualche altra settimana di tranquillità, poi tornerà qui a infastidire tutti».
Lo stesso raccontava ieri anche Prince Howlader, figura di riferimento all’interno della comunità bengalese e presidente dell’associazione Giovani per l’umanità: «L’uomo si presenta nella moschea ubriaco, si stende sul pavimento e dorme mentre gli altri pregano. Ecco perché, anche stavolta esattamente come mesi fa, è stato allontanato dal centro. Lui però non ne vuole sapere e reagisce con violenza».
A farne le spese, in questo caso, Ahmed Bulbul, 39 anni, preso di mira poco lontano dallo spazio condiviso di via Piave: picchiato fino a perdere sangue dal naso, è stato poi soccorso dal personale in forza al centro Caf di via Felisati, che l’hanno poi aiutato a raggiungere il pronto soccorso. Sul posto sono anche intervenute le volanti della Questura, che hanno raccolto le testimonianze dei presenti e si sono messe sulle tracce dell’aggressore, che è appunto un volto noto alle forze dell’ordine.
Il centro di preghiera di via Piave, intanto, ha ricevuto l’ordine di chiusura dal Tar, che ha bocciato il ricorso della comunità contro l’ordinanza comunale. I giudici hanno confermato come lo spazio veda un numero eccessivo di presenze contemporanee, senza controllo agli accessi.
