GORIZIA Apri, chiudi. Riapri, richiudi. È un vorticoso saliscendi la storia recente di Galleria Bombi. Da ieri, il tunnel che da via Giustiniani dà accesso a piazza Vittoria (e viceversa) è di nuovo interdetto dai classici portoni da cantiere.
Di prima mattina, sono entrati in azione gli operai che hanno chiuso entrambi gli accessi. Cosa sta succedendo? È iniziata la “fase tre” dell’intervento di riqualificazione: i lavori sono passati, adesso, alle competenze dell’Edr dopo che i primi due lotti preliminari erano stati portati a termine dal Comune.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14325982]]
Il vicecomandante della Polizia locale, Paolo Paesini, ha firmato un’ordinanza (la numero 5.604) che introduce una serie di provvedimenti al traffico per consentire il regolare svolgimento degli interventi di manutenzione straordinaria e consolidamento strutturale del tunnel. Sino alle 24 del 20 dicembre in via Bombi, dal termine del parcheggio pubblico posto tra le vie Bombi e Giustiniani fino allo sbocco in direzione piazza Vittoria, vigerà il divieto di transito. Contestualmente, all’intersezione via Bombi (lato via Giustiniani) in prossimità dell’entrata del parcheggio posto tra le vie Bombi e Giustiniani, è stato introdotto l’obbligo di svolta a destra. All’incrocio, invece, via Bombi/Giustiniani c’è il preavviso di strada chiusa con accesso consentito fino al posteggio.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14153428]]
La nuova chiusura ha creato un certo disorientamento fra pedoni e ciclisti ma, fanno sapere dal Municipio, «si tratta di lavori che devono esser fatti. Ci vuole pazienza, nella consapevolezza che il risultato finale sarà molto appagante». Già, perché l’obiettivo è di trasformare quel passaggio grigio, intristito, preda di infiltrazioni, umido e ammuffito in una risorsa turistica. Peraltro, per via Bombi e l’associata Galleria, non sono affatto previste riaperture al traffico automobilistico: viene, infatti, confermata l’interdizione del traffico veicolare motorizzato. La soluzione progettuale prevede la collocazione al centro della carreggiata (e non più su un lato, come capitava sino ad oggi) di una pista ciclabile bidirezionale larga 3 metri, differenziata cromaticamente e per materiali impiegati e individuata da semplice segnaletica orizzontale. Non solo. La progettazione dell’illuminazione (altro tallone d’Achille della “vecchia” Galleria) sarà finalizzata ad una valorizzazione del contesto attraversato, inteso non più quale tunnel stradale ma come percorso ciclo-pedonale di connessione del centro città con il versante orientale del Castello lungo il quale si snoda la viabilità di quartiere che collega i valichi confinari (San Pietro, Casa Rossa e San Gabriele).
L’importo complessivo degli interventi (comprensivi dei due lotti precedenti) assomma a 2.095.000 euro di cui 1.045.000 dal Pnrr e 1.050.000 stanziati direttamente dalla Regione. Come conferma Lara Carlot, direttore centrale per particolari funzioni (questa la dicitura corretta) dell’Edr di Gorizia, ad occuparsi dei lavori è la Rete temporanea di imprese tra la Engeco srl di Lomazzo (Como) e De Fabiani srl di Cavenago d’Adda (Lodi). L’importo di aggiudicazione è stato di 1.211.304,80 con un ribasso del 14,74%. Ad occuparsi della progettazione è stata la Rtp composta da Novarin, Baldo e Menchini».
In questa terza fase, i lavori saranno di carattere strutturale. Si procederà al consolidamento della struttura e continuerà la lotta alle infiltrazioni nel tratto iniziale e in quello finale. Successivamente, una volta risistemata la volta, verranno installati (alla bisogna) dei proiettori che proporranno le immagini della città e cenni di storia. Il percorso in questione diventerà, quindi, occasione per spazi espositivi, proiezioni e messaggi multimediali informativi dell’utenza che si avvicina al centro-città. La galleria si trasformerà così in un luogo animato, che verrà fruito in sicurezza, incrementata dall’installazione di apparati di videosorveglianza.
«L’intervento - si legge nella scheda tecnica - è stato preceduto da un’attenta ricognizione delle reti tecnologiche esistenti, al fine di individuare soluzioni che facilitino le attività di manutenzione di questi ultimi. Non si prevedono attività che comportano nuova edificazione o scavi a quote diverse da quelle impegnate dai manufatti esistenti».