Undici giovani kosovari saranno processati per la spedizione punitiva di piazza Cima a Conegliano del maggio 2021. Un fatto che destò scalpore perché i filmati di quell’aggressione squadristica a colpi di mazza e spranghe, a tre ragazzi macedoni, seduti a bere nel plateatico del “Caffè al Teatro”, rimbalzarono in rete e fecero il giro d’Italia.
Si tratta di giovani kosovari, tra i 23 e i 26 anni (difesi dagli avvocati Fabio Crea, Alessandro Caleca Sartore, Alessandro Schillaci e Fabio Giuggioli), che dovranno rispondere di lesioni personali, porto ingiustificato di oggetti atti a offendere (mazze da baseball e spranghe) e danneggiamento (per aver distrutto 10 sedie, 18 tavolini e una decina di stoviglie, posacenere e bicchieri).
Quattro le parti offese: E. A. di 21 anni, I. A. di 27 anni e B. I. 22 anni (costituitisi parte civile con l’avvocato Carlotta Bernardi) e Matteo Boscarato, titolare del “Caffè al Teatro”. I primi tre erano i giovani, bersaglio della spedizione punitiva che riportarono dai 12 ai 20 giorni di prognosi.
L’udienza preliminare, tenutasi il 18 giugno davanti al gup Carlo Isidoro Colombo, s’è conclusa con il rinvio a giudizio degli undici imputati: la prima udienza è stata fissata a maggio del 2026.
Alla sbarra sono finiti Qendrim Gashi, 24 anni di Merano, Astrit Veselaj, 24 anni di Treviso, Ibrahim Veselaj, 25 anni di venezia, Muharem Brestovci, 24 anni di Tolentino, Jetlir Lushai, 25 anni di Treviso, Altin Bajrami, 24 anni di Mestre, Shkelzen Zogaj, 24 anni di Conegliano, Gazmend Kodraliu, 24 anni di Vedelago, Dorjan Asslanaj, 23 anni di Treviso, Flamur Beqiraj, 26 anni di San Biagio, e Genis Bytyq, 26 anni di Silea.
La spedizione durò meno di un minuto, ma l’episodio, per la brutalità, l’ora e il luogo in cui avvenne (era una domenica pomeriggio) lasciò il segno. Mancava poco alle 15.30 quando tre giovani si sedettero a un tavolino all’aperto sotto alla scalinata del Teatro Accademia.
Poco dopo furono raggiunti e accerchiati da un gruppo di rivali, formato da almeno una dozzina di giovani kosovari. Dopo un incrocio di sguardi, iniziò il pestaggio.
Spuntarono spranghe di ferro, mazze da baseball e partirono i colpi. I ragazzi aggrediti cercarono di difendersi e di scappare in diverse direzioni. Lanciarono contro gli aggressori sedie e tavolini del bar, cercando di usarli come scudi.
Vennero inseguiti e presi a bastonate. I colpi arrivarono sulle braccia e anche sulla testa.
Uno dei giovani aggrediti, dopo essere inciampato, fu accerchiato e picchiato.
In meno di un minuto il plateatico fu completamente vandalizzato, la gente per la paura si dileguò in fretta e gli aggressori tornarono ordinatamente indietro da dove erano venuti, tra gli sguardi impietriti delle persone sedute nei bar circostanti.