ALESSANDRIA. "Il 20 giugno 2022 era una giornata normale, di lavoro. Non ho incontrato Norma Megardi. Non ho investito nessuno. Non sono mai salito sulla sua macchina. Non ho fatto niente. Non c'entro nulla. Non sono mai stato in quel punto. Sono innocente". Sono alcune dichiarazioni di Luca Orlandi, il giovane agricoltore di Sale (Alessandria) - accusato dell'omicidio della 74enne Norma Megardi, investita e carbonizzata in auto - rispondendo nel lungo esame cui è stato sottoposto davanti alla Corte d'Assise.
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Un'udienza fiume in cui l'imputato, - tra alcuni "Non ricordo" e "Non so", nessuna risposta sui rapporti in famiglia e sulle conversazioni private - non si è sottratto a ricostruzioni dettagliate. Gran parte delle contestazioni di accusa e parti civili è basata su intercettazioni.
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"Non ho mai confessato la notte tra il 24 e 25 giugno. - ha detto Luca Orlandi - Andavo dietro a quello che volevano sentirmi dire. Per 3 sere prima, dalle 19 alle 4-5 del mattino, con i miei genitori ci tenevano in caserma. Poi mi hanno messo da solo e urlato di spogliarmi, umiliandomi. Ho creduto ai primi 2 avvocati e all'accordo che dicevano di aver fatto. Sarei andato ai domiciliari, potendo continuare a lavorare. Hanno tratto in inganno me e i miei genitori. Non ci sono prove".
Orlandi chiedeva di essere interrogato dal pm già mesi prima, come ricorda il difensore Wladimiro Mesina (Pavia), in pool con il collega Lorenzo Magnarelli (Roma).
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"Ha scelto la verità e non l'ha più mollata. - sottolinea Mesina - Anche oggi, bersagliato dalle domande, non si è contraddetto. Se fosse un mentitore, prima o poi cadrebbe. Non parla mai di confessione, ma 'del foglietto che ho dovuto leggere'. Lui non ha alcunché da ammettere. Ha indicato ulteriori piste ma evita di esporle per evitare altre querele. Noi porteremo le altre soluzioni alternative". Il processo è stato aggiornato al 2 luglio, con gli ultimi 2 consulenti e l'esame di Pietro Orlandi e Ivana Ferrari, genitori di Luca, accusati con lui di calunnia verso i Carabinieri.
