PAVIA. La giustizia civile a Pavia rallenta: nel 2023 i procedimenti relativi a sfratti, decreti ingiuntivi e divorzi, sono durati 341 giorni, il 20,6% in più rispetto alla performance del 2019. Ma anche il 2022 era andato meglio: 295 giorni (contro una media nazionale di 532 giorni nello stesso periodo). Il quadro aggiornato emerge dall’analisi, elaborata dal Sole 24 ore, dei dati forniti dal Ministero della Giustizia sul monitoraggio degli indicatori Pnrr.
Pavia è tra i 35 tribunali (su 140 in tutta Italia) dove la giustizia rallenta di più: in Lombardia fa peggio solo Cremona, con 369 giorni e una variazione percentuale del +23,2%. Nella classifica dei tribunali che “frenano” la loro corsa verso gli obiettivi imposti dal Pnrr, Pavia si colloca al decimo posto, dopo Belluno (+56,8%), Avezzano, Livorno, Isernia, Venezia, Ravenna, Gela, Cremona e Pordenone.
I dati rispetto all’obiettivo
Il monitoraggio è legato agli obiettivi negoziati dall’Unione Europea in sede di Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il percorso concordato dall’Italia punta a ridurre i tempi dei processi civili nei tre gradi di giudizio del 40% entro giugno 2026 e tagliare l’arretrato.
Per calcolare i tempi il Pnrr considera il “disposition time”, un indicatore basato sul rapporto tra procedimenti pendenti e definiti. Il quadro che emerge è di una forte diversità a livello territoriale, con i tribunali del Sud Italia che guidano la classifica dei miglioramenti ma fanno registrare in termini assoluti i tempi più lunghi per la durata dei procedimenti civili.
Secondo l’inchiesta del Sole 24 Ore, i tempi dei processi civili si allungano in un tribunale su quattro (il 25%) e nel 38% delle Corti di Appello. I tempi più lunghi in assoluto si registrano soprattutto nei tribunali del Sud Italia: oltre i tre anni in media Vallo della Lucania e Vibo Valentia.
Nella top ten dei tribunali con tempi più lunghi in assoluto ci sono solo due uffici del nord: Trieste, con 940 giorni, e Venezia, con 739 giorni.
La performance di Pavia
Il dato del tribunale di Pavia non va visto in termini assoluti (il disposition time è inferiore ad altri tribunali delle stesse dimensioni), ma in relazione alla performance del 2019, quando anche il numero dei procedimenti sopravvenuti era stato più basso. Il tema è stato affrontato anche durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano, dove sono stati forniti i numeri degli sforzi fatti nel settore civile ma anche in quello penale per tagliare i tempi dei processi.
Definite oltre 14mila cause
Nel 2023 sono stati definiti 14.260 procedimenti nel settore civile (il 32% del totale), e 3.129 nel penale (il 13,87% del totale). Secondo i dati forniti dal presidente del tribunale Guglielmo Leo, gli indici di produttività sono «in netto miglioramento – si legge nella relazione – rispetto al passato».
Nel 2023 sono state pronunciate 2.527 sentenze, a fronte delle 2.271 dell’anno precedente. Il “disposition time” si è ridotto a 557 giorni per il collegiale, a fronte dei 982 giorni dell’anno precedente, per il monocratico invece il processo si è definito in 316 giorni contro 491 del passato. E questo nonostante la carenza di personale, sia amministrativo che di magistrati.
In ambito penale l’obiettivo è il taglio del disposition time del 25%, mentre nel settore civile c’è anche il target dello smaltimento dell’arretrato civile più risalente: entro il 31 dicembre del 2024 il taglio del 95% dei procedimenti pendenti al 31 dicembre 2019.
Sui tempi incide la mancanza di giudici e personale negli uffici
A pesare sui tempi della giustizia, sia civile che penale, è la carenza di personale, nodo critico anche in tribunale a Pavia. Qui operano 34 magistrati togati, compreso il presidente del tribunale, Guglielmo Leo, ma dovrebbero essercene 37. Più alta la scopertura dei magistrati onorari, che arriva quasi al 50%: ce ne sono 11 ma dovrebbero essere 20. Gravissima la situazione per i giudici di pace a Pavia: 2 soltanto a fronte dei 9 previsti. Una situazione che poche settimane fa ha portato allo slittamento di un anno e mezzo di diversi processi che erano previsti al mattino: un cartello fuori dall’aula di udienza avvisava che i processi non potevano essere celebrati perché mancava l’assistente giudiziario. Gli organici degli impiegati e dei cancellieri non sono da meno. La situazione è infatti grave anche per quanto riguarda il personale amministrativo di ruolo, dove la scopertura è del 35%: 133 impiegati in organico ma solo 86 in servizio. I funzionari addetti all’ufficio del processo invece dovrebbero essere 36 ma in servizio ce ne sono 20. Il tema della carenza degli organici del palazzo di giustizia di Pavia era stato al centro del consiglio giudiziario di Milano, che quest’anno si è svolto, a febbraio, proprio a Pavia. Ma le stime erano state fornite anche all’inaugurazione dell’anno giudiziario di Milano.
