Come esposto nella monografia dedicata, Carlos Sainz non è mai salito sul podio nel Gran Premio di casa. La dinamica, se rapportata al Montmelò e non al fatto di correre sul suolo nativo, coinvolge anche il compagno di squadra Charles Leclerc. Anzi, a ben guardare il monegasco è quasi sempre uscito deluso dall’appuntamento catalano.
Mai meglio di quarto sul traguardo, risultato conseguito nel 2021 con una monoposto che quando prendeva meno di un minuto dalle Red Bull e dalle Mercedes poteva ritenere “incoraggiante” il bilancio del proprio GP. Inoltre il ventisettenne del Principato ha patito un dolorosissimo ritiro nel 2022. Dovette fermarsi per un problema alla power unit quando era in testa, rinunciando a una potenziale vittoria.
Proprio un altro ritiro, quello del disgraziato 2020, ha generato un meme. La sua espressione sconsolata e rassegnata nei box è diventata un’immagine utilizzata a più riprese sul web. Talvolta spunta fuori ancora oggi, venendo usata non solo nel contesto della F1. Insomma, Barcellona non ha mai riservato alcuna soddisfazione al ventisettenne monegasco.
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In questo 2024, il GP di Spagna di Leclerc si carica di significati extra. Non come quello di Sainz, beninteso, ma l’imminente appuntamento agonistico avrà una valenza di rilievo. Dopo il GP di Monaco, c’era chi considerava Charles un pretendente al titolo iridato. Non veniva detto apertamente, ma se si sosteneva che “la Ferrari è in corsa per qualcosa di più del Mondiale costruttori”, il riferimento implicito è ovvio.
Ebbene, Leclerc è ancora secondo nella graduatoria iridata, ma a Montreal ha perso (con gli interessi) tutto ciò che aveva guadagnato a Montecarlo. I punti di ritardo da Max Verstappen sono diventati 56. Il conto delle vittorie dice 6-1 in favore dell’olandese. Un punteggio tennistico e un distacco che non lasciano molte speranze.
Eppure, il coetaneo di stanza a Milton Keynes continua a esprimere le proprie perplessità relative alla svanita superiorità della RB20, mentre la Scuderia di Maranello prosegue nei proclami nell’insegna del cauto ottimismo. Solo una questione comunicativa e/o di sensazioni legate alla propria competitività?
Alla fine contano i risultati. Proprio per questo Leclerc ha bisogno di carpirne uno di peso domenica. Per sé stesso e per tenere sotto pressione chi non ritiene – almeno a parole – scontata la conquista della propria quarta corona iridata. Se così fosse, gli uomini in grado di impensierirlo potrebbero essere solo due. Uno guida, appunto, una Ferrari. Quella con il numero 16.