L’esercito israeliano ha annunciato “una pausa tattica” nel sud della Striscia di Gaza. L’Idf ha spiegato che verrà attuata una “pausa tattica” quotidiana “dell’attività militare” in una parte del sud dell’enclave palestinese durante le ore diurne per facilitare la consegna degli aiuti umanitari. L’esercito ha aggiunto che lo stop “per scopi umanitari avrà luogo tutti […]
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L’esercito israeliano ha annunciato “una pausa tattica” nel sud della Striscia di Gaza. L’Idf ha spiegato che verrà attuata una “pausa tattica” quotidiana “dell’attività militare” in una parte del sud dell’enclave palestinese durante le ore diurne per facilitare la consegna degli aiuti umanitari. L’esercito ha aggiunto che lo stop “per scopi umanitari avrà luogo tutti i giorni dalle 8 alle 19 fino a nuovo avviso lungo la strada che porta dal valico di Kerem Shalom a Salah al-Din Road e poi verso nord”. La decisione segue una fase di violenti scontri con i miliziani di Hamas in cui hanno perso la vita 10 soldati israeliani (8 ieri e 2 stamane) ed oltre 50 miliziani palestinesi.
Sabato migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in diverse città di Israele per chiedere la liberazione degli ostaggi e protestare contro il governo di Benjamin Netanyahu. Manifestanti si sono radunati anche davanti alla residenza ufficiale di Netanyahu a Gerusalemme e a Tel Aviv, dove il leader dell’opposizione Yair Lapid accusa il premier di “temporeggiare in modo che la gente dimentichi che è colpevole e responsabile” dell’assalto di Hamas.
Nella serata di sabato il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan ha detto che i mediatori di Qatar ed Egitto intendono coinvolgere presto Hamas per vedere se c’è un modo per portare avanti la proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza offerta dal presidente Joe Biden. Hamas ha accolto con favore la proposta di cessate il fuoco, ma insiste che qualsiasi accordo debba garantire la fine della guerra: richiesta che Israele continua a respingere. Sullivan ha affermato che i funzionari statunitensi hanno esaminato attentamente la risposta del movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza. “Riteniamo che alcune delle modifiche non siano inaspettate e possano essere gestite. Alcune di esse sono incoerenti sia con quanto stabilito da Biden sia con quanto approvato dal Consiglio di sicurezza Onu. E dobbiamo affrontare questa realtà”, ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale americano.
“È necessario che i Paesi islamici usino tutti gli strumenti disponibili per fermare il genocidio sionista a Gaza il prima possibile e per aiutare il popolo oppresso nell’enclave”, afferma invece il ministro degli Esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri.
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