foto da Quotidiani locali
Il sushi veneziano conquista il Gambero Rosso. Nella rosa degli indirizzi in Veneto della nuova guida al sushi (undici in tutto) spiccano cinque ristoranti giapponesi tra laguna e terraferma.
In centro storico trionfano Mirai e Basara, a Mestre Aki Restaurant, Hana-Kaze Sushi Lounge ed Itaria. Nelle altre provincie del Veneto, tra Venezia, Padova, Treviso e Vicenza, le altre insegne che entrano a pieno titolo nella guida sono in tutto sei. Per quanto riguarda la categoria take away, invece il miglior delivery italiano parla padovano e si trova a Piazzola sul Brenta.
Dopo il debutto nel 2021 e una pausa di qualche anno legata alle difficoltà della pandemia, la Guida Sushi 2025 del Gambero Rosso torna finalmente tra le mani di tutti gli amanti della cucina giapponese con un’accurata selezione dei migliori ristoranti in cui gustare il sushi: 223 locali tra sushi bar, insegne fusion, fine dining, osterie, take-away e delivery.
«Vogliamo rivolgerci agli esperti conoscitori, ma anche ai neofiti per accompagnarli in un’esperienza gastronomica alla scoperta delle meraviglie del sushi in tutte le sue possibili forme», commenta la curatrice della Guida Pina Sozio.
I ristoranti selezionati si distinguono per qualità ed innovazione, presentando sapori nati da moderne contaminazioni gastronomiche. A meritarsi le Tre Barchette sono 32 eccellenze in tutto il territorio italiano.
Il Veneto, con le sue undici insegne, rappresenta un esempio lampante di come la regione abbia saputo integrare con successo il sushi nelle abitudini gastronomiche locali. La combinazione di ingredienti freschi, influenza del turismo e curiosità culinaria dei residenti ha dato vita ad un terreno fertile per fondere cultura giapponese ed italiana.
Lo sa bene Alberto Lombardi, responsabile di Mirai, il primo sushi bar inaugurato nel centro storico di Venezia. «L’attività nasce nel 2002 come ristorantino di pochi tavoli e un bancone», racconta Lombardi.
Oggi Mirai si trova al piano terra dell’Hotel Principe di Cannaregio: una posizione strategica, poco distante dalla stazione e con un suggestivo affaccio sul Canal Grande. «Il ristorante ha mosso i primi passi in una realtà cittadina in cui ancora la gastronomia giapponese non era affatto radicata», commenta, «due anni fa, abbiamo celebrato con tutti i clienti affezionati del centro storico e della terraferma 20 anni di attività».
Lo scorrere del tempo ha consentito di mettere a punto proposte ogni volta più originali e creative. Tra i piatti più apprezzati nel menu spicca “Desiderio”: un roll di salmone con all’interno del brie fritto in tempura, accompagnato da salsa teriyaki e nocciole. Seppure Mirai guardi oltre i confini, la sua offerta è rivolta alla comunità locale. «Abbiamo cercato di costruire un ponte tra Venezia e Giappone», aggiunge, «continueremo a lavorare per garantire ai veneziani un viaggio alla scoperta dei sapori dell’Oriente».
Il Mirai, nato nel 2002 è il primo in centro storico. Oggi si trova al piano terra dell’Hotel Principe di Cannaregio. Con il passare degli anni, cura ed innovazione nella proposta non sono mai venute meno. Per chi non ama il pesce crudo, sono disponibili anche piatti cotti come tempura, ravioli, yakisoba e pollo al teriyaki. Tra le specialità della casa si trovano la “Mirai salad” e diverse proposte vegetariane. L’offerta è completata da una selezione di vini e cocktail a regola d’arte.
In giapponese, “Hana Kaze” descrive il movimento dei petali di ciliegio in fiore. Questo il nome che Luca Jang e Yang Li, amici fin dai tempi dell’istituto alberghiero di Castelfranco. Hanno scelto per il loro ristorante. Il menu propone sushi raffinato che spazia dai nigiri ai gunkan. L’attenzione al prodotto si concentra sul pescato locale: un perfetto incontro tra laguna e Giappone. Tra i piatti forti i gyoza di pollo e verdura e il tuna tataki. Grande cura nella carta dei vini.
Nel Giappone medievale, i “basara” erano samurai ribelli. Questa insegna, nata a Milano, mira ad unire tradizione giapponese e innovazione. Dal 2015 sbarca a Venezia in un ambiente con una suggestiva corte interna. La carta offre una gamma di proposte classiche e creazioni originali. La carta dei dolci guarda alla tradizione con il daifuku mochi in varie versioni, ma c’è anche spazio per tiramisù al tè verde e yuzu tarte. Cantina ben assortita e servizio di delivery e take-away incluso.
Al diciassettesimo piano della Hybrid Tower di Mestre, Aki Restaurant offre un ambiente suggestivo con grandi vetrate, cucina a vista e panorama su città e laguna. Il menù include i fondamentali del sushi e alcuni piatti caldi come la tempura. Nella proposta di Aki, c’è spazio anche per un omaggio alla cucina italiana con proposte ispirate alla laguna: baccalà mantecato con polenta e crostini, spaghetti con cozze e vongole e una selezione di pizze.
Da tre anni, Itaria fonde tradizione giapponese e materie prime del territorio, soddisfacendo un ampio ventaglio di esigenze da pranzo a cena. Imperdibili i crudi, il sushi tradizionale, quello vegetariano e quello cotto, insieme agli originali uramaki, come il “Mazara” e il “Veneziano”. A pranzo, Itaria propone piatti unici, mentre a cena offre percorsi di degustazione in viaggio tra Italia e Giappone, con opzioni vegane. Servizio delivery e take-away incluso.