foto da Quotidiani locali
STRADELLA. Alessandro Cantù, 54 anni, imprenditore agricolo (laureato in economia e commercio, consulente finanziario per la banca privata Banca Patrimoni Sella), sposato con Giovanna (due figlie: Caterina, che frequenta la Cattolica e Cecilia, liceale a Broni), sindaco uscente e candidato a ripetersi, mentre racconta di sè e degli assilli elettorali, guarda il cielo. Lì dove lo porta il cuore, la terra. «Piove troppo – dice preoccupato – la terra è pregna d’acqua, diventa difficile muoversi con il trattore, soprattutto nei vigneti. Difficili semine e trattamenti. Un’annata complicata». In mezzo ci sono pure le elezioni e lui ci mette anche lì il cuore .
Il ragazzo della Badia
La sua è una solida e importante famiglia, legata all’imprenditoria agricola: suo padre Ettore (autore colto di libri di storia locale) ha svolto anche ruoli di primo piano ai vertici delle organizzazioni professionali (versante Confagricoltura). Alessandro ha imparato, da subito, come cambino le stagioni e cosa si deve seminare. C’è stato il tempo delle barbabietole da zucchero, quando l’Oltrepo era zona leader per alimentare gli zuccherifici (a Casei Gerola e Sarmato). Non ci sono più, così come le barbabietole. Ora è orzo, cereali, erba medica, frumento e vigne. «L’azienda cresce ancora – dice – si cercano nuovi appezzamenti». Lui, il sindaco che va sul trattore, la sua vita. I campi e la sua città. Da giovanissimo, l’Alessandro dalla Badia, la frazione stradellina dove abita, andava in oratorio dal mitico don Ermanno (il sacerdote che con l’Apos ha portato il “calcio in chiesa”). «Andavo in campeggio con il don – ricorda – poi, più grande, in vacanza all’estero, magari in Spagna: meglio la montagna del mare, ma più di tutto ho sempre preferito andare sul trattore». Intanto gli studi: il liceo scientifico a Broni, poi Economia e commercio a Pavia. Libri e trattori. Studi e campi. I genitori, le sorelle (tre, con il dramma di aver perso Maria Piera, tre anni fa). La sua famiglia. I gatti (Trevor e Vittoria) . Senza dimenticare il tifo per l’Inter. La campagna come orizzonte e come destino Poi, a un certo punto, in questa sua dinamica di vita spunta la politica.
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Quel santuario...
«Cinque anni fa, due mesi prima delle elezioni, non pensavo affatto di candidarmi. Poi , un giorno, salendo durante un pellegrinaggio a un santuario mariano, un amico importantissimo mi ha spinto a riflettere sull’importanza di mettermi a disposizione la mia esperienza e la mia voglia di fare qualcosa di utile e buono per la città con il mio entusiasmo...»: Cantù lo racconta sottovoce dopo aver premesso che è una cosa che sapevano in pochi. La salita a quel santuario e poi, scendendo, la decisione di scendere in campo per le comunali, diventando, così, sindaco di Stradella. Ma la politica, si sa, non è strada lastricata di rose.
«Un buon raccolto»
A pochi mesi dal voto, con una nota, le segreterie cittadine di Forza Italia e Lega contestano la sua ricandidatura. No, Cantù? Acqua passata, Cantù rimarca: «Fu uscita estemporanea, capita in politica, anche se sarebbe meglio tenere certi confronti al proprio interno. La cosa è durata una notte anche perché le persone di riferimento non erano a conoscenza del documento. Tutto finito». Una grandinata improvvisa senza danni? Cantù non ha dubbi rimarcando il valore della sua semina politica: «Sono riuscito a riunire più simboli del centrodestra, cosa che altrove non è accaduta. Io, però resto civico, con un forte spirito di moderazione e aggregazione».
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Tra Zagor e la fascia
Durante il Covid, chiuso in casa, Cantù racconta di avere avuto, finalmente, il tempo di rileggere i fumetti della sua raccolta: “Zagor”, l’eroe che difende le tribù indiane dai soprusi, per difendere la pace. «Mi è sempre piaciuto questo suo battersi per gli altri – dice – Bello l’essere solidali in modo concreto. Io cerco di mettere questo impegno tutti i giorni. Quando qualcuno viene in Comune, metto a disposizione la mia esperienza e la mia conoscenza dei problemi, per trovare la soluzione migliore. Questo vale anche per i progetti che abbiamo realizzato e vogliamo fare e penso all’ex cantina sociale che sarà una scuola». Sindaco, dopo un pellegrinaggio. Ci risalirebbe al santuario? «Certo. Per tanti motivi. Ma una cosa ho ben chiara: l’orgoglio di indossare la fascia tricolore. In quel momento so di rappresentare i miei 11.500 concittadini. Affidabile e concreto». Fuori un sole pallido: «Speriamo che il tempo tenga. Basta pioggia». E il cuore di Cantù torna in campagna.
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IL PROGRAMMA
«Non abbiamo lasciato indietro nessuno. Al lavoro per una Stradella sempre più attrattiva». Alessandro Cantù punta al secondo mandato. Una cosa di cui va orgoglioso e uno sbaglio che si sente di avere fatto.
«Siamo riusciti a seguire tutti senza lasciare indietro nessuno, offrendo servizi e spendendo bene i soldi dei cittadini. Un esempio: ci sono manutenzioni ordinarie che abbiamo fatto e magari non si vedono, ma, nonostante le tante piogge, non abbiamo avuto chiamate per allagamenti o danni. Abbiamo sbagliato a non comunicare bene le cose fatte».
Aree dismesse: quali sono i progetti?
«Lavoreremo per rendere Stradella ancora più attrattiva attirando investitori per le aree private, come sta accadendo con l’ex Robo. La cantina sociale, che invece abbiamo acquistato, è un’area centrale: il primo obiettivo è una scuola nuova. Gli altri pensavano a vendere patrimoni, noi li acquistiamo e li facciamo rendere».
Cosa serve allo sport stradellino?
«Una nuova palestra, ci sono tante associazioni sportive, ma pochi spazi. Poi un nuovo parco giochi per la zona alta e centrale della città, in via Pozzobonello. L’attenzione allo sport è alta: il rifacimento del manto in sintetico del campo di San Zeno è stato il primo intervento».
L’impegno di Alessandro Cantù per l’ospedale.
«È stata la battaglia principale. Dobbiamo impegnarci per il ripristino totale dei posti letto del reparto di Medicina, che ora potrà contare anche sui due posti di sub-intensiva, e per la funzionalità degli altri reparti. L’attenzione è massima: tanti macchinari nuovi sono arrivati e i lavori al tetto sono finanziati».
Nuove logistiche: sì o no?
«Se devono esserci nuovi insediamenti dovranno essere accorpati dove le logistiche ci sono già, per non gravare sulla viabilità. Ci impegneremo per evitare l’insediamento previsto verso Castel San Giovanni. È pronta la domanda per ottenere la Paur (autorizzazione regionale ndr) per la gronda nord».
Ha collaborato Oliviero Maggi
