Rispetto alle attese è stata un po’ sottotono la conferenza stampa a Palazzo Chigi per la presentazione della nuova social card per le famiglie con Isee basso. Nonostante il decreto attuativo porti le firme dei ministri dell’Agricoltura, delle Imprese, del Lavoro e dell’Economia, davanti ai giornalisti c’era solo il titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida affiancato dalla […]
L'articolo Social card, Lollobrigida ammette che sugli sconti è buio fitto. Mezza gaffe sui beneficiari: “Hanno potere di ragionamento come gli altri” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Rispetto alle attese è stata un po’ sottotono la conferenza stampa a Palazzo Chigi per la presentazione della nuova social card per le famiglie con Isee basso. Nonostante il decreto attuativo porti le firme dei ministri dell’Agricoltura, delle Imprese, del Lavoro e dell’Economia, davanti ai giornalisti c’era solo il titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida affiancato dalla viceministra del Lavoro Maria Teresa Bellucci, mentre la titolare Marina Elvira Calderone era in collegamento. Nessuno per il Mef. L’esponente di Fratelli d’Italia ha descritto la card da 500 euro una tantum come un “intervento massiccio” contro il disagio sociale, mentre le opposizioni parlano di “contributo minimo” annunciato a due giorni dalle Europee come “regalo elettorale”. Che verrà peraltro recapitato agli 1,3 milioni di beneficiari (sono esclusi quanti godono di altri sostegni pubblici) solo a settembre.
Lollobrigida ha tentato di smentire le notizie riportate anche dal fattoquotidiano.it sul mancato rinnovo delle convenzioni firmate lo scorso anno con grande distribuzione ed esercenti, che avevano garantito sconti del 15% sugli acquisti fatti con la card. Ha spiegato di aver ricevuto giovedì mattina una lettera firmata da Ancc Coop, Conad, Fida Confcommercio, Fiesa Confesercenti e Federdistribuzione che “hanno voluto certificarmi la loro disponibilità a sostenere anche quest’anno la campagna e per ragioni legate a loro organizzazione di sistema”. La verità è che le associazioni e federazioni che rappresentano supermercati e negozi, convocate lunedì, hanno fatto presente che l’esperimento dello scorso anno si è tradotto per loro in una perdita netta. Difficile da sostenere ancora una volta, sostengono, in una fase di calo dei volumi venduti. Sul tavolo hanno messo la richiesta di ottenere, come contropartita, un taglio delle commissioni sui buoni pasto dei dipendenti del settore privato. Il governo, durante una riunione a cui ha partecipato anche il Mef, ha dato un segnale di attenzione. Di qui la parziale apertura arrivata all’ultimo secondo, subordinata comunque a un confronto con le aziende o cooperative aderenti. Non è affatto scontato che si arrivi a un accordo sulla stessa percentuale di riduzione di prezzo offerta nel 2023. “Ci informeranno esattamente di quali saranno i criteri di scontistica, se intenderanno procedere in altra maniera, se ci consiglieranno di lasciare a ogni azienda di effettuare una scontistica particolare”, ha dovuto quindi precisare il cognato della premier.
Scivolone, poi, quando il ministro paladino del made in Italy ha spiegato che la lista prodotti alimentari acquistabili – molto discussa lo scorso anno – viene ampliata includendo anche prodotti Dop e Igp, ortaggi surgelati, prodotti da forno surgelati, tonno e carne in scatola. Lollobrigida ha sempre ripetuto che la card ha come obiettivo collaterale il sostegno al commercio e alle filiere italiane, ma l’ingresso di un’ampia gamma di surgelati potrebbe ovviamente far sì che nel carrello finiscano pure prodotti che arrivano dall’altra parte del mondo. “Se uno vuole comprare la pizza surgelata fatta in Cina lo potrà fare”, ha ammesso. “Ma io penso che le persone possano avere un potere d’acquisto inferiore“, ha continuato, “ma un potere di ragionamento come tutti gli altri cittadini, anzi a volte di più. E quindi sono convinto che compreranno prodotti di qualità ove possibile”. Al netto del fatto che Dop e Igp costeranno con tutta probabilità più del surgelato cinese. Impossibile non pensare all’indimenticata uscita dello scorso agosto sui poveri che “mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo comprano qualità”.
Lollobrigida non ha apprezzato la domanda di una giornalista che gli ha ricordato l’aumento della povertà assoluta nel 2023 e le stime sulle famiglie escluse dal nuovo Assegno di inclusione che ha sostituito il reddito di cittadinanza. Ha tenuto a rivendicare il calo del Misery Index calcolato da Confcommercio, che dipende però dal livello di disoccupazione e non, come l’indicatore Istat, dalla effettiva capacità delle famiglie di acquistare un paniere di beni necessari per una vita dignitosa. Dal Pd, con Chiara Braga e Francesco Boccia, e da Alleanza Verdi Sinistra con Nicola Fratoianni, è arrivata l’accusa di “elemosina elettorale” a “48 ore dalle Europee”. Il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Michele Gubitosa ha parlato del tentativo di “lavarsi la coscienza dopo la cancellazione del Reddito“. Critica anche la Cgil che parla di misura “risibile“.
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