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Due anni fa nessuno avrebbe mai pensato che una tennista mai stata più su nel ranking WTA del n.44, e già 26enne, sarebbe mai arrivata a entrare tra le prime dieci del mondo e, secondariamente, a centrare una semifinale in uno Slam.
E’ certo più sorprendente la semifinale di Jasmine Paolini al Roland Garros, un torneo nel quale non era mai andata oltre al secondo turno, di quella raggiunta il giorno prima da Jannik, dominatore di Grigor Dimitrov per la quarta volta di fila.
Jannik ha perso solo due partite in tutto il 2024: con Alcaraz a Indian Wells e con Tsitsipas a Montecarlo. Su entrambi quei match, oltretutto, io personalmente nutro serie riserve: con Alcaraz secondo me Jannik nel finale di partita non stava bene; aveva dominato il primo set, poi subì un crollo difficile da spiegare se non per via di qualche indisposizione mai denunciata.
E con Tsitsipas ci fu quel clamoroso errore arbitrale di quel giudice di linea avallato dall’arbitro, la signora Aurelie Tourte, che gli impedì di salire sul 4-1 con due break di vantaggio nel terzo set. Un punteggio che sarebbe stato molto probabilmente irrecuperabile da colui che avrebbe poi vinto il suo terzo Montecarlo. Insomma anche se i bookies danno favorito Alcaraz, credo che si tratti di una partita apertissima.
Jasmine Paolini invece di partite quest’anno ne ha già perse 10. E anche se ha vinto a Dubai il suo secondo torneo (il suo primo 1000) dopo quello di Portorose (un 250) nel settembre 2021, in 17 duelli con le top-ten aveva perso 13 volte vincendo soltanto in 4 occasioni.
Difficile che una ragazza faccia tali progressi fra i 26 e i 28 anni. Ma lei li ha fatti. Già nel 2021 Vika Azarenka, dopo averla battuta all’US Open, aveva detto: “Questa ragazza gioca davvero bene, mi stupisce che sia così indietro in classifica”.
Pochi mesi dopo Jasmine avrebbe vinto il suo primo torneo (già citato) di Portorose… Vika, vecchio lupo di mare al femminile, aveva visto bene.
Tornando a tempi più recenti… due delle quattro vittorie con le top-ten (con Garcia e Jabeur) erano arrivate dall’ottobre 2023 a oggi, segno manifesto quindi dei grandi e più recenti progressi di Jasmine. Di certo la sua fiducia nelle proprie possibilità è cresciuta tanto, esponenzialmente. Un fattore decisivo. Quasi come l’apporto tecnico di Renzo Furlan, bravissimo coach. Renzo era saggio tatticamente anche quando giocava. Vinceva senza avere grandi mezzi tecnici. Eppure è stato nei quarti a Parigi, in ottavi a Melbourne, n.19 in classifica ATP.
Prima di allora Jasmine aveva battuto anche Sabalenka e un pochino anche Rybakina, ma la kazaka si era ritirata mentre era in vantaggio per 6-4,2-5, quindi si era trattato di una mezza vittoria.
Però è stata importante. Jasmine ha detto di essersi ricordata quella partita e di aver messo in pratica una tattica di conseguenza, ovviamente studiata con Furlan: “Aggredire, aggredire, tenere sempre il pallino”.
Questo mercoledì, certo, Rybakina è stata particolarmente fallosa, 32 dritti sbagliati sul mio taccuino, senza nulla togliere alla bellissima gara di Jasmine. Sul 3 pari del secondo set c’erano 23 errori gratuiti della kazaka, contro 6 della toscana di Bagni di Lucca. Bellissima gara la sua sia per il tennis espresso, tutto il tempo aggressivo e coraggioso, sia per la solidità mentale che le ha permesso di dimenticare le due palle avute e mancate sul 62 43 per salire sul 5-3, e le altre due palle per il 3-1 nel terzo. Contro la campionessa di Wimbledon 2022, Indian Wells e Roma 2023, avrebbe potuto pagare lo scotto della maggior inesperienza.
Invece ha vinto lei, al primo matchpoint utile, dopo averle strappato sul 4 pari la battuta a 15 dopo aver subito un ace, il decimo, sul primo punto. Bravissima davvero. “Era la mia prima volta sullo Chatrier, non poteva andare meglio” ha detto con il solito sorriso ipercontagioso.
In mattinata Bolelli e Vavassori avevano battuto in tre set la coppia angloamericana, tre volte campione all’US Open, Salisbury Ram, 1-6 6-3 6-4. Adesso in semifinale, stamani alle 11, li aspettano Bopanna e Ebden, i campioni dell’Australian Open (che batterono in finale i nostri) che si ripeterono a Miami, quando gli azzurri non erano ancora teste di serie. Adesso Vavassori è entrato fra i top-ten della specialità. N.8 (e Bolelli n.15). Grande! Alle Olimpiadi la nostra coppia è da medaglia, considerando che tante coppie di nazionalità diverse non potranno giocare, né Zeballos/Granollers, né Ebden/Bopanna, né Salisbury/Ram, né altri fra quelli che quest’anno giocano insieme. Si rimetteranno insieme i soliti Pavic/Mektic, ma poi?
Poi in serata Paolini e Errani hanno battuto Navarro e Shnaider 6-3 6-3 e domani avranno Ruse e Kostyuk dopo che la Andreeva ha preferito rinunciare al doppio (diversamente da Jasmine che non ha “tradito” Sara Errani, “Giocare il doppio mi serve, mi fa bene” e poi mi ha assicurato: “Tranquillo, non sono stanca!”).
Mentre la semifinale delle 15 fra Swiatek e Gauff (10-1 i precedenti) sembra avere un esito scontato, invece fra Paolini n.10 come minimo lunedì e Andreeva, n.38 – 6-7 6-4 6-4 a una Sabalenka indisposta e subito alle prese con medical time out – il pronostico è incerto. A Madrid quest’anno, nell’unico precedente, Jasmine serviva sul 5-2 e setpoint ma perse il set e anche il secondo. Lì il campo era più veloce.
In tanti anni qua ho visto molto spesso le ragazzine imporsi, da Steffi Graf a Arantxa Sanchez, a Monica Seles, Jennifer Capriati, Justine Henin, Jelena Ostapenko… Io penso che sia accaduto anche perché quando si è ancora un po’ bambine si è più incoscienti, si tira a tutta randa, non ci si fa prendere dal braccino. L’esperienza, in certi casi, è quasi un limite, ti rende prudente. Ecco, spero proprio che oggi Jasmine non si faccia prendere dalla prudenza, dal fatto di considerarsi favorita. Come certo non lo era ieri quando ha giocato benissimo, perché ha sempre tirato. Non ha mai avuto paura di farlo.
Rivedere il suo sorriso da finalista sarebbe bellissimo. Anche se sono sicuro che il sorriso, così bello e spontaneo, non la abbandonerà mai. Comunque. Una campionessa di simpatia. Come, mi piace ricordarlo, è anche Elisabetta Cocciaretto.
P.S. Sascha Zverev è venuto fuori da un altro duello in cui è stato spesso in difficoltà. Ma rispetto a de Minaur è di un’altra categoria quando i punti contano. Però contro il finalista di due Roland Garros, Casper Ruud, dovrà sudarsela quasi quanto contro Griekspoor che gli era stato avanti di due break nel quinto set.