La scoperta della Polizia locale in viale Palmanova. Con pareti provvisorie, ricavati spazi da otto metri quadrati
UDINE. Fino a 350 euro al mese per una camera di 8 metri quadrati, giusto lo spazio per un letto, il comodino e un appendiabiti, a volte senza nemmeno una finestra. Ma, pur avendo i documenti in regola e un lavoro, evidentemente gli stranieri che alloggiavano in un ufficio di viale Palmanova trasformato in una sorta di affittacamere abusivo, non avevano trovato di meglio.
Non a caso, le associazioni che si occupano di migranti, hanno denunciato a più riprese la difficoltà degli stranieri a farsi affittare un appartamento o una stanza con contratti in regola. E nel caso scoperto dagli agenti della Polizia locale a quanto pare di regolare c’era ben poco. Il blitz è scattato un paio di mesi fa, quando i carabinieri, intervenuti per sedare una rissa in viale Palmanova hanno chiesto in ausilio l’intervento di una pattuglia della polizia locale. In quella circostanza gli agenti hanno avuto modo di vedere che all’interno di un ex ufficio erano state ricavate delle stanzette improvvisate in quello che in precedenza era un open space con diverse postazioni di lavoro. L’unità operativa della polizia amministrativa e commerciale del comando di via Girardini, coordinata da Magda Petri ha così avviato un’indagine che si è conclusa con una denuncia a carico del proprietario dell’immobile, sanzionato per tutta una serie di violazioni.
A quanto pare il proprietario, un cittadino italiano, affittava le otto stanze ricavate nell’ufficio (sei al momento della scoperta erano occupate da altrettanti lavoratori stranieri) senza aver mai segnalato alla Questura i nominativi degli ospiti.
Inoltre le camere erano state ricavate all’interno dell’immobile senza richiedere la necessaria modifica di destinazione d’uso, peraltro in quel caso comunque non ammissibile. Dagli accertamenti è emerso che le pareti erano state costruite con opere in proprio e con dimensioni non rispondenti ai requisiti previsti dalle normative, sia in termini di metrature che di luce. L’attività consentiva al gestore di ricavare un affitto mensile di circa 350 euro da ogni stanza così illegittimamente creata.
A seguito degli accertamenti della Polizia amministrativa l’Edilizia privata del Comune ha emesso un’ingiunzione alla rimozione delle opere interne all’immobile e il conseguente ripristino dei luoghi e della destinazione d’uso originaria. L’attività è stata inoltre segnalata alle competenti autorità per l’adozione di eventuali ulteriori misure da adottarsi.
Sempre grazie all’attività di indagine della Polizia amministrativa è stata poi accertata la presenza di tre strutture ricettive abusive in zona stazione e centro storico. Un residente, con cittadinanza straniera, aveva aperto due affittacamere e una unità abitativa ammobiliata, pubblicizzata su un noto portale turistico, senza però avere il titolo autorizzativo.
Prima di poter affittare una stanza inserendo per esempio un annuncio su Airbnb è necessario presentare una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al Comune, cosa che in questo caso, come detto, non era stata fatta. Allo stesso modo è emerso che il propritario non aveva provveduto alla segnalazione dei nominativi degli ospitati in Questura. Per questo motivo lo straniero è stato sanzionato ed è stata inoltrata la segnalazione a tutti gli organi competenti, amministrativi, tributari e giudiziari.