Cartelli con l’invito a moderare la velocità, anzichè i lavori tanto attesi per eliminare una volta per tutte gli avvallamenti. Sono indignati, e decisamente delusi, i cittadini di La Salute di Livenza, di Caorle e di San Stino, e in particolare le persone vicine a Edoardo Bernardi, il 19enne morto il 18 febbraio scorso, proprio per colpa dell’asfalto sconnesso mentre procedeva da solo in sella alla moto in direzione Caorle.
«Non vogliamo i cartelli, vanno eseguiti i lavori» mette in chiaro Maria Celeprin, la madre. C’era da immaginarsi una risposta polemica da parte delle comunità i cui abitanti usufruiscono spesso della strada provinciale Caorle - San Stino: sui social in alcuni gruppi non si parla d’altro. Da anni chiedono lavori di messa in sicurezza. Si ritrovano i cartelli con l’invito a moderare la velocità e l’ estensione del limite di 70 chilometri all’ora su tutta la strada dalla rotatoria di La Salute fino al Bivio Triestina.
I cartelli collocati dalla Città metropolitana, proprietaria della strada, sono una decina circa. La scelta soddisfa poche persone. E quasi nessun automobilista rispetta i nuovi limiti, come se quelle buche non esistessero. La madre di Bernardi non le manda a dire. «Ricordo solo che il problema del dissesto stradale» rincara la donna «Va risolto con fatti concreti, non con cartelli».
Maria Celeprin ha interessato dell’argomento del dissesto stradale sulla San Stino – Caorle, in questi mesi terribili di vuoto, anche il presidente Luca Zaia. Anche durante la Fiera dell’Alto Adriatico, Corrado Sandrin, il presidente dell’Ascom di Caorle, sastinese che percorre la provinciale due volte al giorno, aveva sottolineato l’urgenza di provvedere.
Prima dell’incidente costato la vita allo studente 19enne, le categorie economiche di tutto il portogruarese, dagli industriali agli agricoltori, ai commercianti (anche di sigle rivali) hanno scritto una lettera al sindaco metropolitano Luigi Brugnaro per invitarlo a mettere a posto la strada. Quella dei cartelli è la prima risposta. Meglio di niente, forse, ma i residenti si sentono presi in giro perché i lavori non sono mai stati avviati. Le istituzioni vengono considerate distanti.
