Sarà l’ultimo e il primo, domani. Il primo dopo le parole di fuoco, l’ultimo prima della inevitabile separazione, con annunciati strascichi legali. Sarà tutto questo, sorta di resa dei conti, l’incontro di domani fra Luciano Benetton e Massimo Renon. La cornice – quadrata come un ring, ammesso che siano entrambi presenti – la convocazione del consiglio di amministrazione di Benetton Srl, società che controlla gli United Colors. Luciano Benetton, presidente, tornato alla guida a gennaio del 2018, nell’intervista di fuoco rilasciata domenica al Corriere ha scaricato e accusato l’amministratore delegato Massimo Renon, pur senza mai nominarlo esplicitamente.
Perdite milionarie, fiducia tradita, questi i capi di imputazione contabile e morale a carico del top manager arrivato a Ponzano nel 2020 con l’obiettivo di raddrizzare i conti entro tre anni. Non è andata così: dai 325 milioni di euro di passivo del 2020 si è passati a quasi 142 l’anno successivo e a 122 nel 2022. I numeri del 2023 saranno sul tavolo domani e all’assemblea del prossimo 18 giugno: il rosso si aggirerebbe tra i 200 e i 230 milioni. Scoprirlo tardi ha provocato il fulmine contro Renon da parte di Luciano, non nuovo all’indole da Zeus verso i propri manager.
Edizione, la cassaforte di famiglia ora guidata da Alessandro, ha preso in mano la situazione, celando con eleganza il fastidio per i panni sporchi messi in piazza: risorse per il rilancio pronte (si ipotizzano 260 milioni), pagina già girata con l’individuazione per il dopo–Renon di un nuovo amministratore delegato, figura con esperienza nell’industria e nella finanza. Normalizzare (il business dell’abbigliamento oggi vale meno del due per cento nel portafoglio da 13 miliardi di euro della holding, contro il 48% delle infrastrutture dei trasporti e il 13% dell’immobiliare), spegnere i toni, ripartire: dopo lo sfogo di Luciano, è questa la strada scelta da Edizione.
Ripartire, e forse, per la prima volta, lo si farà senza un Benetton in consiglio di amministrazione. In quello uscente ci sono, assieme a Luciano presidente, anche Christian (figlio di Carlo), Carlo Bertagnin (figlio di Giuliana), oltre a Ermanno Boffa, marito di Sabrina, figlia di Gilberto. Una svolta a completa conduzione manageriale, che può sembrare quasi brusca nei confronti di Luciano per i modi con i quali archivia i suoi strali proprio contro il management. Dice di essersi fidato delle persone sbagliate, il fondatore, questo il suo errore.
Le tensioni con Renon e la sua squadra covavano da tempo, prima dell’emergere del passivo, a sentire anche chi in Benetton ci lavora, sia nel quartier generale amministrativo di Villa Minelli, sia nella parte operativa (logistica, imballaggio, e-commerce) a Castrette di Villorba. Anche il direttore creativo, Andrea Incontri, portato da Renon meno di due anni fa al posto di Jean-Charles de Castelbajac (che di anni ne era rimasto quattro), era dato in uscita secondo i rumors da qualche mese: ora il cambio di squadra toccherà quasi certamente anche lui
