Esattamente un anno fa l’infortunio del monfalconese Nanut in un’azienda di Mariano. Il legale dei parenti: «Le indagini non sono ancora state chiuse. Un’attesa che logora»
MONFALCONE Un anno fa Nicholas Nanut, nato a Monfalcone ma originario di Gorizia, residente da alcuni anni a Cormons, fu strappato alla vita, nel corso del turno notturno, assieme ad un collega, nell’azienda Aps Arosio Extrusion, in via Alessandro Volta, nella zona artigianale e industriale di Mariano del Friuli. Quello che doveva rappresentare il consueto impegno lavorativo, sulla linea di estrusione, s’era invece rivelato un tragico e repentino infortunio senza punto di ritorno. Il giovane, di appena 30 anni, nell’eseguire l’attività lavorativa che gli era stata affidata all’interno della fabbrica era rimasto schiacciato in una pressa di grandi proporzioni.
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Era l’1.30 della notte tra lunedì e martedì 23 maggio 2023. Non è solo un doloroso ricordo, che a distanza di un anno continua a rinnovare l’indicibile sofferenza dei familiari, la perdita di ragazzo che aveva tutta la vita davanti a sé, con la passione per il suo lavoro e i progetti, tanto che aspirava a diventare capo turno.
Ora all’inarginabile tormento si acuisce la ricerca di come e perché al loro caro gli è stata spezzata la sua gioventù che non avrà più futuro. Il legale dei congiunti, avvocato Daniele Compagnone, dà voce all’implacabile disperazione: «Nonostante il dolore immenso e il vuoto incolmabile lasciato da Nicholas, i familiari non riescono a darsi pace e chiedono a gran voce risposte. L’attesa, purtroppo, li sta logorando».
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La Procura, dopo aver aperto il procedimento penale a carico di Claudio Arosio, amministratore unico della società, ha svolto i primi accertamenti e ha acquisito tutta la documentazione aziendale inerente la sicurezza sui luoghi di lavoro. «Tuttavia, ad un anno di distanza, le indagini sono ancora pendenti», rileva il legale. I famigliari continuano a chiedersi perché. Un mantra che gli ha scavato dentro l’anima e continua a infierire incessantemente. Ad oggi attendono risposta su una domanda fondamentale: «Come è stato possibile che una persona possa perdere la vita in un modo così tragico mentre lavora?».
Certo, la terribile vicenda presuppone approfonditi accertamenti da parte della Procura, che pure ha posto la dovuta attenzione al fine di far luce su quanto è accaduto. Ma le indagini ancora in fieri mettono a dura prova i congiunti. Il legale delle persone offese dichiara: «I tempi si sono allungati in quanto è stato disposto l’incidente probatorio volto a verificare il funzionamento, lo stato di manutenzione e la presenza di sistemi di sicurezza sulla linea di estrusione».
L’avvocato in questo senso aggiunge: «Sebbene gli accertamenti si siano svolti ancora i primi giorni di settembre 2023, differiti in seguito alla violenta grandinata che ha colpito il goriziano ad agosto, si è reso necessario interessare i Ris di Parma al fine di effettuare indagini più mirate e specifiche. Da quanto appreso – continua il legale –, il consulente del Gip, ingegner Mario Piacenti, di Venezia, ha depositato il proprio elaborato peritale contenente le risposte ai quesiti del giudice».
Il passo ulteriore è stata la fissazione dell’udienza da parte del giudice, il prossimo 7 giugno, durante la quale il consulente comunicherà gli esisti della perizia. Il legale aggiunge: «Conclusa questa fase interlocutoria, le indagini dovrebbero chiudersi ufficialmente in poco tempo». Nicholas lavorava con contratto di somministrazione interinale, in staff leasing a tempo indeterminato e operava a Mariano da qualche anno. In precedenza era stato operaio nello stabilimento Fincantieri di Panzano. Il giovane si era ben inserito all’Aps Arosio Extrusion, che produce componentistica per edilizia, meccanica, energie rinnovabili e arredamento. Un’azienda che dà lavoro al territorio, fiore all’occhiello per il paese, nel distinguersi a favore della comunità. Nicholas s’era fatto ben volere da tutti, molto apprezzato per il suo lavoro.—
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