Si è svegliata dal comal’influencer Siu, ricoverata all’ospedale di Novara dallo scorso 16 maggio, quando è arriva d’urgenza con un foro nel petto e un’emorragia interna. Soukaina El Basri, questo il vero nome della 30enne, resta comunque ricoverata in Rianimazione, mentre proseguono le indagini per accertare cosa le sia realmente accaduto. Il sospetto, infatti, è che sia stata ferita dal marito, Jonathan Maldonato, ora in stato di fermo con l’accusa di tentato omicidio, nell’indagine avviata dalla procura di Biella. Nelle ultime ore sono emerse due versioni differenti, entrambe poco convincenti, e un quadro di coppia deteriorato hanno portato alla detenzione di Jonathan Maldonato. Il 37enne, dipendente di una nota azienda produttrice di caffè, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio della moglie, Soukaina El Basri, influencer 30enne con 84 mila follower sui social.
I fatti risalgono al 16 maggio, quando Soukaina è stata portata d’urgenza al pronto soccorso di Biella con una profonda ferita al petto: Jonathan Maldonato aveva dichiarato che la moglie si era ferita urtando contro lo spigolo di un mobile. Tuttavia, sia i medici che gli investigatori hanno subito dubitato di questa versione, ritenendo la ferita più compatibile con l’uso di un’arma appuntita, come un punteruolo. Il procuratore Teresa Angela Camelio e il pubblico ministero Paola Francesca Ranieri sospettano che quella mattina sia scoppiato un violento litigio tra i coniugi: Jonathan è uscito di casa alle 6:40 per rientrare mezz’ora dopo, tempo durante il quale Soukaina ha tentato di chiamarlo più volte senza successo. Rientrando, Jonathan avrebbe trovato la moglie intenta a fare una valigia, forse per una trasferta lavorativa o per abbandonare la casa. Secondo gli inquirenti, questa situazione avrebbe scatenato un’animosa lite, culminata nel drammatico evento.
Jonathan nega ogni accusa, affermando di non aver mai fatto del male a Soukaina e di aver agito secondo le sue istruzioni. “Posso solo dire che il mio assistito si dichiara non colpevole“, ha affermato Giovanna Barbotto, il suo avvocato. Le autorità, tuttavia, hanno trovato numerose discrepanze nelle sue dichiarazioni: durante un secondo interrogatorio, Maldonato ha infatti cambiato versione, affermando che la moglie si era autoinflitta la ferita in un gesto autolesionistico. “Mi ha detto: ‘il mobile, il mobile’, e io ho capito questa cosa”, ha spiegato Maldonato, sostenendo che Soukaina gli aveva chiesto di mentire per paura di essere ricoverata in psichiatria. Quindi ha aggiunto che, per assecondarla e fingere la caduta sullo spigolo, “sono andato ad appoggiare la mano sporca di sangue sul mobile”.
Gli investigatori, però, non sono convinti: le testimonianze raccolte, le osservazioni del medico legale e i risultati dei sopralluoghi hanno rafforzato i loro sospetti contro di lui. Anche perché c’è la denuncia presentata e poi ritirata da Soukaina un anno fa contro di lui: la giovane aveva denunciato il marito per maltrattamenti, segnalando anche la sua dipendenza dal gioco d’azzardo. Le testimonianze raccolte descrivono una donna solare e professionale, ma anche vittima di un marito geloso e possessivo. Amici stretti di Soukaina hanno riferito di pedinamenti, controllo del telefono e minacce da parte di Jonathan, tensioni che sembrano essersi intensificate nei mesi recenti.
Non solo: ad alimentare i sospetti c’è anche un’incongruenza rilevata durante i sopralluoghi a casa della coppia, ora sotto sequestro. Gli investigatori della squadra mobile della questura di Biella hanno effettuato tre sopralluoghi nell’abitazione: il primo, avvenuto la notte del 16 maggio, ha immediatamente sollevato dubbi sulla versione di Jonathan. Il secondo sopralluogo, il 18 maggio, ha coinvolto Maldonato e il suo difensore, durante il quale Jonathan ha indicato la presunta arma con cui Soukaina si sarebbe ferita. Il terzo, invece, ha fatto emergere un dettaglio significativo: un cappotto era stato spostato. Quando la casa fu sequestrata il 18 maggio, il cappotto era su una sedia. Due giorni dopo, è stato trovato sul tavolo della cucina. Gli investigatori sospettano che Jonathan abbia usato un mazzo di chiavi nascosto per manomettere i sigilli e inquinare le prove contro di lui. Il sistema di rilevamento degli spostamenti della sua auto lo colloca proprio vicino alla casa per quasi un’ora la mattina del 20 maggio. Le indagini sono ancora in corso.
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