La Cgil denuncia: «Il nubifragio tra il 15 e il 16 maggio ha allagato diversi reparti del Centro di smistamento di Padova ed è stato il caos più totale: indescrivibile la disorganizzazione e l’improvvisazione in sfregio a tutte le più elementari norme di sicurezza con cui è stata affrontata la situazione». Marianna Cestaro della segreteria confederale e Stefano Gallo, funzionaria della Slc Cgil veneto sono durissimi: «Già la gestione ordinaria in Poste Italiane è perlomeno deficitaria, figurarsi quando si finisce in emergenza come dopo un nubifragio».
Durante il nubifragio che ha investito la città tra il 15 e il 16 maggio, si è rotto un pluviale interno al Centro di smistamento di via della Ricerca Scientifica e l’acqua ha invaso buona parte dei reparti “arrivi e partenze”, ma anche quello dei colli “voluminosi” e della “posta registrata”. «Ma invece di intervenire e mettere in sicurezza il personale e le aree investite», sottolineano i due sindacalisti, «allontanando gli operatori e disattivando i quadri elettrici, come dicono le procedure previste dal Piano di emergenza – contemplato in caso di rischio idrogeologico – la responsabile del centro avrebbe ordinato di mettersi alla ricerca, sulle bacheche aziendali, dei contatti del coordinatore delle emergenze e dei responsabili degli impianti tecnologici».
Risultato? «Non ha risposto nessuno. E non è la prima volta che accade». Intanto l’acqua veniva giù, allagando il Centro: «Ad allagamento avvenuto», continuano Cestaro e Gallo, «sono arrivati la direttrice del Centro, il capo del personale e il caporeparto delle aree coinvolte, mentre il coordinatore delle emergenze ha continuato ad essere assente». Non basta.
Ancora una volta, secondo il sindacato, sono state fatte scelte sbagliate: «Invece di richiedere l’immediato intervento emergenziale dell’impresa di pulizie, dotata di lavapavimenti e aspiratori d’acqua, hanno deciso di improvvisarsi addetti delle pulizie, utilizzando i macchinari, malgrado sia vietato dai regolamenti e non avessero alcuna autorizzazione o formazione specifica. Non solo: ci è stato riferito che la direttrice e alcuni operatori hanno staccato una paratia in plexiglas da una parete per utilizzarla a mo’ di ramazza per spingere l’acqua verso l’esterno attraverso le bocche di carico, non curanti che queste sono dotate di pedane elettriche che, a causa dell’acqua filtrata, poco dopo andavano in cortocircuito danneggiandosi. Nel mentre, altri operatori a mani nude, con il rischio di inciampare o scivolare, raccoglievano fra le acque i contenitori di cartone fradici, indifferenti alle più elementari norme di igiene, considerato che al Centro giungono pacchi e plichi da tutto il mondo e quindi vi è un alto rischio di diffusione di agenti patogeni».
Cestaro e Gallo concludono con una durissima denuncia: «Di fronte a quanto accaduto non possiamo che denunciare la totale inadeguatezza e approssimazione in tema di sicurezza dei dirigenti del Centro smistamento di Padova di Poste Italiane e la totale incapacità di saper gestire situazioni di emergenza. Perché è vero che gli eventi meteo come le bombe d’acqua non sono controllabili dall’uomo, ma è altrettanto vero che questo non vale per le ripercussioni che creano nei luoghi di lavoro per le quali sono previste determinate condotte. Che al Centro sono state completamente ignorate mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori».
