Da Pacem Domine. Musica di pace, un concerto con musiche del ’900 per mostrare come la musica, tutta la musica, ha accompagnato i grandi conflitti del secolo breve (dalle due guerre mondiali ai più spaventosi atti di terrorismo) facendosi però portatrice di speranza.
È questo il nuovo progetto de I Filarmonici Friulani, la formazione tutta giovanile che in questi anni ha saputo ritagliarsi in regione e non solo molti significativi spazi nella divulgazione e nella formazione musicale. Quanto al nuovo progetto, che si concretizza in due concerti, il primo a Udine nella Chiesa di San Pietro Martire oggi, giovedi 23, alle 20.45 e il secondo nel Duomo di Palmanova venerdi 24, stessa ora, il direttore artistico della formazione friulana, il maestro Alessio Venier, spiega che «si tratta di un percorso narrativo tra la pace e la guerra, un po’ per questioni di attualità e un po’ perché non ci piaceva tanto realizzare un concerto buonista, che sarebbe risultato scontato e quindi banale. Per questo abbiamo cercato di mettere insieme brani che non si sentono molto spesso».
Questo il programma che vede Metamorphosen di Richard Strauss accanto a Da Pacem Domine una composizione di Arvo Pärt, inframmezzati da Messa dell’amicizia del friulano Marco Maiero con il Coro Vôs de Mont storica formazione corale di Tricesimo, in prima esecuzione assoluta. «Metamorphosen è un brano per 23 archi – precisa Venier – un caposaldo della letteratura per archi ed è una specie di pietra tombale della musica tedesca».
È infatti la messa in musica del presentimento della fine: siamo nel 1945, il Teatro dell’Opera di Vienna è appena stato bombardato e Strauss riprende in mano appunti musicali sulla guerra e la bestialità della guerra cui stava lavorando sin dall’anno precedente. «Certo i temi – ancora Venier – anche musicalmente, riportano a un clima di tragedia, ma io ci vedo anche tanta vitalità, davvero un grande vitalismo, una visione che è tutto sommato positiva».
C’è poi la Messa dell’amicizia di Maiero, «una composizione che definirei neo popolare, musica per coro virile, perché c’è nel sottotesto anche un palese riferimento a questo tipo di musica tradizionale, un linguaggio molto personale per una messa che è scandita nei tempi classici dell’Ordinarium, vale a dire Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei. Una Messa che è un invito alla concordia, che noi come Orchestra abbiamo commissionato a Mainero, perché ci interessava realizzare qualcosa che potesse avere una diffusione popolare. Perché non si tratta di musica contemporanea in senso stretto».
Infine c’è il pezzo di Arvo Pärt che da il titolo alla serata. «Un brano del 2004, scritto dopo gli attentati alla stazione di Madrid, di cui esistono diverse versioni, per coro, per quartetto d’archi e per orchestra d’archi che è quella che eseguiremo. Mi interessava molto questo accostamento con Metamorphosen perché si tratta di due inviti al cambiamento ma su stili che sono diametralmente opposti: un brano, quello di Strauss, di mezz’ora con una dimensione contrappuntista incredibile da un lato e un brano di quattro minuti in cui, si muovono pochissime cose, pochissime note, una sorta di magico silenzio contemplativo messo in musica». Direttore il giovane maestro austriaco Felix Hornbachner.