TRIESTE L’amministratore delegato Sebastiano Stella e il direttore generale Alex Menta lo avevano detto a chiare lettere nella conferenza stampa di martedì: la dirigenza alabardata sta già lavorando alla prossima stagione per una Triestina più forte. E avevano anche assicurato, visto che la perfezione non è di questo mondo, di aver fatto tesoro di qualche errore commesso nell’annata.
Intanto, prima che si passi alla parte strettamente dedicata al campo con allenatore e rinnovamento della squadra (che sarà cospicuo), per rendere la società più forte ci sarà qualche aggiunta a livello dirigenziale. Si dà per certa infatti l’acquisizione a breve di un direttore tecnico, ma intanto un nuovo apporto certo è quello che in qualche modo aveva fatto già trapelare lo stesso Stella l’altro giorno, ovvero l’arrivo di Fabiano Speggiorin.
Settantadue anni, centrocampista con oltre un centinaio di presenze in serie B negli anni Settanta, poi allenatore, Speggiorin è da una ventina d’anni dirigente di Venezia e Inter con vari incarichi, fra i quali quello di responsabile dello scouting giovanile delle due società. In laguna è stato anche il braccio destro di Mattia Collauto. Insomma Speggiorin è uno che nel mondo del calcio italiano bazzica da cinquant’anni, con un bagaglio di esperienza notevole.
Quale sarebbe il suo possibile ruolo in alabardato? Nel dettaglio è ancora da definire, ma viste le sue qualità, oltre che essere una preziosa risorsa per il settore giovanile, è ipotizzabile che possa ricoprire un ruolo di consulente e consigliere a fianco di Alex Menta per alcune decisioni in settori particolari.
E mentre si profila un organigramma societario più articolato, cresce l’attesa per la scelta dell’allenatore, che lo stesso Menta ha annunciato di poter ufficializzare la prossima settimana. Gli ultimi rumors danno sempre più favorito Michele Santoni, tecnico del Dordrecht in serie B olandese, su Massimo Donati che ha guidato il Legnago a una brillante annata. Entrambi propongono un calcio moderno e spumeggiante, ma l’identikit fornito dal direttore generale sembra far pendere la bilancia dalla parte di Santoni, un tecnico forse più estremo per certi versi nelle sue scelte, che prima di fare l’allenatore è stato analista e scout, e del quale gli addetti ai lavori dicono un gran bene.
Si potrà obiettare che Michele Santoni non ha avuto una panchina da titolare in Italia con una prima squadra professionistica, ma il calcio italiano lo conosce bene avendo fatto il vice di Di Carlo nelle esperienze a Livorno e Cesena, il collaboratore di Rastelli a Cagliari, e la guida di squadre giovanili della Lazio.
Naturalmente dovrà essere assecondato con l’arrivo di giocatori adatto al suo tipo di calcio, corale ed elastico nei moduli. E si sa, per certi tipi di sistemi, bisogna avere grande pazienza. Ma essendo una scelta molto più in sintonia con il mood della società rispetto a quella di Attilio Tesser la scorsa estate, sotto questo aspetto non ci dovrebbero essere problemi. —
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