foto da Quotidiani locali
Un marcamento corpo a corpo: Matteo Salvini non vuole lasciare campo libero a Giorgia Meloni per giocarsi la partita di un eventuale governo senza i socialisti a Bruxelles, se i voti della destra fossero debordanti alle europee. Così può essere letta l’ultima mossa di segno moderato del leader leghista. Il quale, allineandosi di corsa a Marine Le Pen, ha scaricato gli (ex?) alleati del gruppo Afd al Parlamento europeo dopo le sconcertanti uscite sulle Ss di uno dei principali candidati, Maximilian Krah, che si è autosospeso dal partito.
«Non possiamo stare con chi dice quelle cose e con un gruppo che le pensa, visto che i vertici di Afd non hanno preso le distanze da quelle dichiarazioni», spiega il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. Dopo colloqui riservati di Salvini con Le Pen, potrebbero scaturire sviluppi di massima importanza: si parla infatti di una procedura di espulsione dei tedeschi di Alternative Fur Deutschland dal gruppo di identitari (ID) al parlamento europeo, guidato dalla leader del Rassemblement national francese.
Il tentativo sotto un profilo politico è di spuntare le ali al veto dei moderati tedeschi di Cdu e Csu ad un’alleanza strutturale a Bruxelles con la destra. Finora infatti il Ppe non ha mai preso in considerazione nessun accordo con un gruppo che annovera tra i suoi componenti anche gli estremisti di Afd, oltre alla destra che da anni siede al governo in Ungheria, Olanda, Austria e Italia. Tagliando fuori Afd dunque, Salvini e Le Pen, in tandem con il gruppo dei conservatori di Ecr, presieduto da Meloni, potrebbero concorrere a formare una maggioranza alternativa a quella attuale al parlamento europeo dopo il 9 giugno, provando a tagliare fuori i socialisti del Pse se dalle urne dovesse uscire un ampio consolidamento per i partiti sovranisti.
Senza escludere uno sviluppo ulteriore e più clamoroso: ovvero una rinnovata fusione tra i due gruppi della destra europea. Ecr (fondato da Meloni proprio per distanziarsi dagli estremisti di Afd) e ID potrebbero riunirsi nuovamente. In modo da formare un blocco di europarlamentari più corposo e con maggior peso specifico nei prossimi giochi di potere.
«La logica – ammette Crippa – è di cercare di essere più attrattivi, tagliando l’ala estremista nella logica di un nuovo gruppo europeo dopo il voto». Insomma, tanta lena di Salvini svela anche il timore di essere lasciato fuori dai giochi da Meloni. Un inseguimento obbligato. Compreso quello verso Marine Le Pen, che ha fatto la prima mossa sparigliando così le carte.
