UDINE. Si chiude con un’assoluzione con formula piena una vicenda giudiziaria che si è protratta per quattordici anni, durante i quali Mario Raggi, allora presidente Net, indicato dalla Lega e dall’amministrazione Fontanini, dovette rinunciare all’incarico perché condannato nei primi due gradi di giudizio.
Venerdì 17 maggio la Cassazione lo ha assolto perché il fatto non sussiste nell’ambito del processo che lo vedeva imputato per bancarotta fraudolenta nell’ambito del naufragio finanziario che fece calare il sipario su Fingestim Srl, società specializzata in leasing immobiliare fallita nel 2010.
Soddisfatto l’avvocato Luca Ponti, difensore di Raggi: «Anche questo annullamento rafforza quello che sostengo da sempre. Le riforme del processo spesso sono discutibili perché disposte in astratto senza una conoscenza specifica delle dinamiche e delle esigenze concrete del processo. Resta fermo però sempre e comunque che al terzo grado di giudizio non si può rinunciare perché la Cassazione è rimasta l’ultima vera roccaforte nel giudizio di legittimità delle motivazioni delle sentenze nel nostro sistema».
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Nell’ottobre 2021 il tribunale collegiale di Udine aveva riconosciuto colpevoli di bancarotta fraudolenta Mario Raggi, cui erano stati inflitti 4 anni, Franco Pirelli Marti, 4 anni e 4 mesi, e Loris Marzona, 4 anni e 6 mesi. Erano stati i rispettivi difensori a impugnare il verdetto e rinnovare le argomentazioni volte a sgretolare la portata delle contestazioni.
«Sono molto contento – le parole dell’ex presidente Net, società che gestisce la raccolta dei rifiuti in città e in provincia – che la giustizia abbia prevalso. L’assoluzione con formula piena ha sancito la mia completa estraneità ai fatti. Sono stati 14 anni difficilissimi, fatti di rinunce politiche e lavorative. Sono e sarò sempre garantista e per il rispetto delle sentenze che ho auspico possano arrivare in tempi più accettabili. Le rinunce che mi sono imposto per mia etica personale, non hanno mai fiaccato la mia passione politica e la voglia di mettermi al servizio dei cittadini. Auspico di potermi nuovamente impegnare quanto prima. Ringrazio la mia famiglia, gli amici e l’avvocato Ponti, che mi sono sempre stati umanamente vicini».
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Un commento arriva da Francesca Laudicina, capogruppo Lega Salvini Premier: «Ho appreso con soddisfazione dell’assoluzione definitiva. Sono sempre stata garantista e lo sarò ancora di più. La Sinistra giustizialista, che mi addossava la responsabilità di aver indicato Raggi quale presidente Net, spero abbia il coraggio di riconoscergli il merito di aver scardinato un sistema di gestione della partecipata che vigeva da troppo tempo, incentrato su un solo uomo al comando. Quello che ha frettolosamente introdotto il sistema “Casa per Casa” a Udine senza porre attenzione a quelle piccole accortezze che avrebbero potuto farci risparmiare cinque anni di critiche. Solo in concomitanza con il rinnovo di pochi giorni fa del CdA Net la Sinistra si è schierata contro l’ex direttore Fuccaro, dopo averlo usato come ariete contro la precedente amministrazione. Mi dispiace per quanto Raggi ha dovuto sopportare e per le polemiche strumentali della Sinistra, che lo hanno costretto a lasciare l’incarico ma ancora di più mi dispiace perché avrebbe potuto portare a compimento una vera rivoluzione».
Anche Loris Marzona, difeso dall’avvocato Marinella Soraia Drago, e Franco Pirelli Marti, difeso dai legali Federica Tosel e Luigi Francesco Rossi, sono stati assolti dal crack Fingestim. A Pirelli Marti è rimasto un unico capo di imputazione la cui pena dovrà essere rideterminata alla luce dell’assoluzione e anche del venir meno delle aggravanti relative a più fatti di bancarotta. A Marzona rimangono due capi di imputazione e la pena dovrà essere rideterminata alla luce dell’assoluzione dalla Corte d’Appello. —
