Dopo quindici anni di onesto lavoro (prima in nero, poi assunta) presso la federazione provinciale del Pd di Cosenza, è stata scaricata senza gli ultimi stipendi né il Tfr dal Nazareno. Non una parola dalla segretaria Elly Schlein, che si è ben guardata dal rispondere alle lettere della donna. Lei è Jlenia Sardano, madre di un bambino di 2 anni. Il caso è raccontato con dovizia di particolari da la Verità. Dopo aver lavorato in nero la donna è stata assunta a tempo indeterminato come segretaria amministrativa dal 2015 a dicembre 2022. Poi è stata licenziata e non ha percepito alcuni stipendi e il Trattamento di Fine Rapporto per 14 mila euro totali.
Inutilmente Jlenia ha scritto alla segretaria. “Quando la vedo in televisione, resto sempre basita. Non avrei mai immaginato: il partito dei lavoratori che lascia sola una madre, con una bambina piccola. Aspetto quei soldi da due anni. Come si possono ignorare i diritti di una persona che ha persino dedicato la vita al Pd?”. Già. La vocazione popolare del Pd da tempo si è dissolta come neve al sole. E le campagne urlate in difesa dei diritti e delle classi più disagiate si scontrano con la realtà.
Ecco i particolari della vicenda che inguaia la compagna Elly. Il 31 dicembre 2022 Sardano, 44 anni, riceve la lettera di licenziamento per riduzione del personale. Chiede e ottiene la Naspi: 699 euro al mese prima, 597 poi. Pochi per sopravvivere dignitosamente. Il 30 marzo 2023 – riporta la Verità – il suo avvocato Marco Oliverio, trovatole dalla Cgil, ottiene un’ingiunzione del tribunale. Il Pd deve darle circa 12 mila euro. Ma i soldi non arrivano.
L’ex segretaria amministrativa della federazione cosentina le tenta tutte. Manda anche una lettera alla Schlein chiedendole “di intervenire in prima persona per sistemare quanto prima questa incresciosa situazione”. Ma dal Nazareno nessuna risposta. “In occasione del primo maggio, nelle sue dichiarazioni sulla stampa, ho letto tanta voglia di difendere i lavoratori e lottare contro il precariato. Tante belle parole che però poi si scontrano con la realtà dei fatti”, scrive la Sardano.
Il 2 febbraio scorso il tribunale di Cosenza respinge il ricorso del Pd. E lo condanna nuovamente a pagare i 14 mila euro. Ma da allora tutto è rimasto fermo. “Siamo stati costretti persino al pignoramento della tesoreria presso terzi. L’ho notificato a tutti: gruppo regionale, Camera, Senato, Nazareno”, racconta l’avvocato Oliverio. “Diciamo di voler tutelare chi ha un lavoro. Poi lasciamo per strada una dei nostri e facciamo opposizione”.
Vittorio Pecoraro, segretario provinciale del Pd di Cosenza, tenta di spiegare e rettificare. Prima riconosce a Jlenia di essere stata una “valida attivista e collaboratrice”, poi spiega le ragioni del licenziamento ne 2022 per “assenza di stabili entrate finanziarie da parte della Federazione provinciale”.
Ma la sua maggiore preoccupazione è quella di lasciare fuori dalla vicenda da segretaria dem e il capogruppo Boccia. “Ci teniamo a sottolineare che la Federazione provinciale è un’associazione di diritto privato dotata di autonomia patrimoniale. Non risponde né il Partito nazionale né quello regionale”. Quanto ai soldi dovuti, arriveranno. “La federazione è impegnata nel risolvere la vicenda in tempi rapidi e procederà a garantire le cifre spettanti alla lavoratrice”.
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