Chiaverano
Da Chiaverano a Bollengo fino a Salussola, dall’altra parte della Serra, su richiesta del Laboratorio dell'oro e della pietra: dall’Eporediese al Biellese per recuperare i muri a secco dopo averne consolidato l’arte in anni di Giornate della manutenzione del territorio. Il nucleo che trasferisce tale sapere è quello nato a Chiaverano su input dell’Associazione fondiaria La Serra in collaborazione con Legambiente circolo Dora Baltea, che ogni sei mesi propone giornate gratuite aperte a tutti, ormai regolarmente sold out.
L’interesse è tale che il settimo corso varcherà la zona di comfort di Chiaverano: si terrà infatti a Bollengo, il 25 e il 26 maggio prossimi in collaborazione con il Comune in zona Ciucarun, con una serata di presentazione in calendario giovedì 16 maggio, alle 21, alla Nuova torre. Ad oggi sono stati recuperati sei muretti da 15 metri l’uno. La squadra di lavoro conta ogni volta una dozzina di persone: tutte sono coinvolte.
«I nostri corsi hanno richiamato l’attenzione di molti cittadini, associazioni, aziende agricole che hanno il problema del recupero di muri crollati e non possono permettersi di ricostruirli a prezzi di mercato – fanno notare da Asfo La Serra –. Anche in questo caso dovremo pensare a soluzioni che rendano possibile da un lato il recupero a costi ragionevoli, e dall’altro la selezione dei muri in funzione della riduzione dei rischi di scivolamenti e della possibilità di recupero a fini produttivi dei terrazzamenti».
I muretti a secco in pietra sono uno spazio vitale prezioso, non solo per l’uomo ma anche per le piante e gli animali, che tra gli interstizi delle pietre trovano condizioni favorevoli per vivere e diffondersi. Non solo. Lungo i muri a secco l’acqua piovana rallenta e scorre via nelle fessure tra le pietre, per poi venire raccolta nelle canalette. È per questo motivo che i muri a secco rivestono un ruolo vitale di difesa del suolo e prevenzione dalle frane. In sintesi, con l'opportuna manutenzione, il muro a secco assicura un perfetto drenaggio del terreno a monte ed è più sostenibile e ospitale per varie forme di vita.
I corsi in questione prevedono una parte teorica che si occupa delle origini e delle funzioni dei muri di contenimento dei terrazzamenti, e una parte pratica in cantiere, che riguarda l’allestimento del sito di lavoro, la scelta dei materiali migliori, le tecniche di ricostruzione. «Si sta rivelando un potenziale di energie estremamente interessante, il nostro “cantiere itinerante”: siamo stati contattati dal Laboratorio dell'oro e della pietra di Salussola, sono venuti prima a fare un nostro corso, poi siamo stati noi a essere chiamati da loro per due corsi. Cosa succede mentre si opera? A parte il piacere delle persone, che riscoprono il valore del lavoro cooperativo, si agganciano nuovi nodi, dai risposta a un’esigenza e nello stesso tempo allarghi la rete. Tipicamente andiamo da privati che hanno questa necessità: a Salussola siamo stati da un viticoltore che poi è tornato, successivamente dall’Anfass che ha un’area agricola con dei terrazzamenti da consolidare. Ora stiamo contattando anche Donatella Murtas, la rappresentante italiana dell’Organizzazione mondiale dei paesaggi terrazzati, guardando a una certificazione di carattere formale. Insomma, stiamo crescendo».
