A tradirli è stato un rilevatore Gps collocato a loro insaputa su un furgone rubato che avevano in uso. Achille Pozzi e Omar Gioppato, due volti noti della criminalità, il primo già in forze alla Mala del Brenta, sono stati fermati ed arrestati dopo il sopralluogo ad una banca con due pistole nascoste in tasca. Un’operazione della Mobile della polizia coordinata dal sostituto procuratore Sergio Dini. I due sono ora in carcere per detenzione e porto in luogo pubblico di armi e ricettazione.
Tutto accade martedì 23 aprile scorso. Pozzi e Gioppato sono a bordo in un furgone Peugeot rubato a un fornaio di Padova e si fermano per un bel po’ di fronte a una banca di Camisano Vicentino. Sono armati (lo si scoprirà dopo) e - sospettano gli investigatori - starebbero attendendo il momento opportuno per compiere una rapina (la cosa non viene contestata nell’ordinanza). Nel furgone ci sono maschere, parrucche e chiodi a tre punti che si usano solitamente per fermare le forze dell’ordine. I due sono conosciuti e la Squadra Mobile della questura di Padova li segue attentamente.
Pozzi e il complice - che si tratta di Gioppato lo si scopre l’indomani - vengono anche ascoltati e il sospetto è che puntino a rapinare chi è pronto a rifornire il bancomat, rimpinguandolo di banconote per il ponte del 25 Aprile. L’operazione salta visto che il rifornimento di denaro ritarda di qualche minuto e i due se ne tornano in provincia di Padova. Per strada si fermano per alcuni minuti a Campodoro a lato della strada.
Gli agenti scoprono che nascondono delle armi clandestine: il successivo sopralluogo porta a scoprire che sotto a una catasta di legna hanno occultato due pistole, una con la matricola abrasa e una senza matricola con una filettatura per silenziatore. Le armi vengono portate via dai poliziotti e sequestrate.
I due parcheggiano il furgone in un luogo e sicuro e sempre ascoltandoli si capisce che l’indomani potrebbero tornare nella banca dopo essere ripassati a prendesi le armi. Si decide, in stretto contatto con la procura di fermarli a Limena. Qui gli agenti scoprono che il compagno di Pozzi è Gioppato. Vengono arrestati e nel furgone vengono trovate maschere, una parrucca e chiodi a tre punti. Si avvalgono della facoltà di non rispondere davanti al Gip che scrive nell’ordinanza di una “professionalità nel delinquere dei soggetti e negativa personalità per i precedenti simili”. Alla fine non convalida il fermo perché non ravvisa il pericolo di fuga, ma ne dispone la custodia cautelare in carcere.
Pozzi sarebbe stato coinvolto nella rapina compiuta il 18 marzo scorso al Prix di Saonara (in azione due banditi armati di pistola con minaccia alla cassiera, bottino 900 euro) e a quella del 21 marzo al centro medico Pavanello a Ponte di Brenta (anche qui in azione due malviventi, uno con pistola bottino 900 euro). Il furgone rubato, con all’interno anche delle targhe fasulle, riproduzioni di alcune vere, è in zona negli orari dei colpi e anche le celle telefoniche lo localizzano in zona. C’è una sicurezza, ossia che Gioppato non è con lui. In merito alla sua effettiva presenza e a chi sia l’eventuale complice, sono in corso delle indagini.
Pozzi e Gioppato hanno colpito insieme nel 2023 e sono stati arrestati. Il 15 giugno alla Sonepar, ex Elettroveneta, in via Maestri del Lavoro travisati in volto e armati di pistola e spranga fanno irruzione negli uffici amministrativi e portano via una valigetta. Il bottino è magro, all’interno c’è solo un campionario. Gli altri due colpi avvengono l’8 luglio all’ufficio postale di via Vigonovese, l’altra il 18 luglio alla Banca di Credito cooperativo di Reschigliano di Campodarsego. Nel primo caso bottino di 300 euro. In banca a Reschigliano hanno affrontato i vigilantes di un furgone portavalori della Civis. Un colpo da 74 mila euro.
