foto da Quotidiani locali
Nel partito di Giorgia Meloni, che veleggia intorno al 27%, ieri si era diffusa la voce che volessero candidare un ministro in ogni circoscrizione, fermo restando che la capolista sarà ovunque “Giorgia”.
Per Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige era circolato il nome di Guido Crosetto, il ministro della Difesa ma soprattutto l’anti Vannacci per eccellenza. La lettura condivisa da molti all’interno del partito, è la volontà di schiantare la Lega in casa propria.
Una figura così autorevole sarebbe sicuramente finita in contrapposizione con quella del generale della Folgore, per cui lo stesso Crosetto non ha mai manifestato molte simpatie.
La circostanza ha mandato in fibrillazione tutti i candidati di FdI, per un motivo molto semplice: la terzina sarebbe stata composta di rigore da Meloni-Crosetto e a seguire un nome del territorio. La presenza del ministro avrebbe finito per togliere voti ai locali e quindi sono in molti ad aver tirato un sospiro di sollievo quando si è deciso di soprassedere. E comunque lo stesso Crosetto si era detto contrario all’ipotesi di candidarsi.
La formazione è più o meno nota. Ci saranno cinque top player e alcuni outsider, così come è stato deciso nel corso della due giorni di vertice a Pescara.
Il nome senza dubbio più altisonante è quello di Elena Donazzan, assessora regionale al Lavoro e all’Istruzione con una esperienza di 24 anni di amministrazione: conosciuta, riconoscibile, preparata.
Da tempo ormai conduce la sua campagna elettorale in modo capillare, con manifesti nelle città del Triveneto e presenza in numerosi eventi pubblici. Nelle vesti di assessora al Lavoro ha saputo guadagnarsi la stima dei sindacati, anche quelli più radicali, e questo nonostante la sua forte connotazione ideologica.
Gli altri candidati di Fratelli d’Italia sono Alessandro Ciriani, sindaco di Pordenone e fratello di Luca, attuale ministro del governo Meloni, con la delega ai Rapporti con il Parlamento. Prima di ricoprire la carica di primo cittadino, Alessandro Ciriani era stato presidente della Provincia di Pordenone. C’è poi il bolognese Stefano Cavedagna, delfino di Galeazzo Bignami, l’enfant prodige della destra bolognese divenuto famoso per la foto con la divisa da SS. Il quarto candidato big sarà un altro veneto: il veronese Daniele Polato, da poco divenuto capogruppo di FdI in consiglio regionale.
Gli analisti sono pronti a scommettere che nel collegio Nord Est (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino ed Emilia-Romagna) Fratelli d’Italia arriverà a far eleggere tra i quattro e i cinque candidati.
È della partita anche Sergio Berlato, punto di riferimento dei cacciatori vicentini ma anche di una parte della galassia No vax.
Ma oltre alle teste di serie ci sono anche altri nomi su cui si sta ragionando in queste ore. A Verona è praticamente certa la candidatura dell’onorevole Maddalena Morgante, la deputata diventata famosa per essersi scagliata contro Sanremo e la supposta vicinanza alle teorie gender. Ha 42 anni, è avvocata, madre di due figli, e dal 2021 è responsabile regionale del dipartimento “Pari opportunità, famiglia e valori non negoziabili” di Fratelli d’Italia in Veneto.
C’è anche Valeria Mantovan, la giovane sindaca di Porto Viro, uscita vincitrice di misura dalla sfida per la segreteria provinciale a Rovigo. Spesso viaggia in coppia con il collega polesano Bartolomeo Amidei ma si vocifera di un contatto privilegiato con Francesco Lollobrigida.
Altro nome quotato è quello di Francesca Gerosa, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento.
E poi c’è Lucas Pavanetto, jesolano, 42 anni, geometra, impegnato in politica fin da giovane: entrato a 15 anni nel Fronte della Gioventù, è stato eletto consigliere comunale a Jesolo a 25 anni, cominciando così la sua attività di amministratore.
Attualmente è coordinatore provinciale FdI a Venezia, presidente del consiglio comunale di Jesolo e consigliere regionale nella maggioranza a sostegno del presidente Luca Zaia. Il partito di Giorgia Meloni, in Veneto, punta a raggiungere il 30%